Dagli Usa il braccio bionico mosso con la forza del pensiero

Riabilitazione motoria

Dagli Usa il braccio bionico mosso con la forza del pensiero

di redazione

Un uomo americano di 34 anni, Erik Sorto, paralizzato dal collo in giù, è riuscito ad afferrare un bicchiere d'acqua per bere. Una conquista enorme, ottenuta grazie a un braccio robotico comandato con la forza del pensiero. La tecnologia è stata messa a punto dai ricercatori del California Institute of Technology insieme ai colleghi del Caltech e del Rancho Los Amigos National Rehabilitation Center (Stati Uniti).

Il dispositivo bionico, descritto su Science, riesce a superare i limiti delle neuroprotesi realizzate finora. Una serie di microelettrodi sono stati impiantati nel cervello, nell'area delle intenzioni, la corteccia parietale posteriore, per captare appunto la pianificazione del movimento da parte del paziente. I comandi vengono poi trasteriti a un computer esterno che ne decifra gli algoritmi e da qui all'arto robotico, che riesce a compiere movimenti fluidi simili a quelli di un braccio normale.

Le altre neuroprotesi, invece, sono collegate a microelettrodi impiantati nell'area cerebrale deputata al movimento, la corteccia motoria, e producono movimenti tremolanti e in ritardo rispetto alla volontà del paziente.

Per superare l'ostacolo i ricercatori hanno scelto un nuovo posizionamento per gli elettrodi, proprio dove nasce l'idea del movimento, e la scelta si è rivelata vincente, consentendo al soggetto tetraplegico movimento più rapidi e naturali.