Un farmaco sperimentale "sterilizza" il virus Hiv

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Un farmaco sperimentale "sterilizza" il virus Hiv

di redazione
I ricercatori dello Scripps research institute, in California, hanno messo a punto un nuovo farmaco in grado di inibire diversi ceppi di Hiv, anche quelli più difficili da trattare. La molecola impedisce al virus di entrare nella cellula ospite e dare il via alla replicazione

Un farmaco contro l'Hiv talmente potente ed efficace da poter essere considerato quasi un vaccino. L'annuncio non è di quelli che capitano tutti i giorni e a darlo sono i ricercatori dello Scripps research institute, in California: la molecola messa a punto si è dimostrata capace, per ora solo su modelli animali, di bloccare diversi ceppi del virus isolati negli esseri umani e nelle scimmie rhesus macaques, quindi Hiv-1, Hiv-2 e Siv (virus dell'immunodefienza nelle scimmie), comprese le varianti più difficili da trattare. Non solo. Il candidato farmaco, chiamato ecd4-ig, proteggerebbe da dosi molto elevate del virus e per lunghi periodi di tempo.

«Il nostro composto è l'inibitore più potente e ad ampio spettro descritto finora», ha detto Michael Farzan, uno degli autori della ricerca apparsa su Nature. «A differenza degli anticorpi, che non riescono a neutralizzare una grande porzione dei ceppi di Hiv-1, la nostra proteina si è dimostrata efficace contro tutti i ceppi testati, aumentando la possibilità di diventare parte di un vaccino non convenzionale contro il virus».

Quando il virus Hiv infetta una cellula, va a colpire i linfociti Cd4, parte integrante del sistema immunitario. L'Hiv si fonde con la cellula ospite e inserisce al suo interno il proprio materiale genetico, un singolo filamento di Rna. In questo modo la cellula ospite viene trasformata in un centro di produzione del virus Hiv. Per ovviare a questo, i ricercatori hanno sviluppato una sostanza che si lega simultaneamente a due siti sulla superficie esterna del virus, impedendogli di entrare nella cellula ospite e dare il via alla replicazione.

Lo studio si è avvalso delle scoperte precedenti fatte dal laboratorio di Farzan, secondo le quali il recettore CCR5, utilizzato dal virus nella maggior parte dei casi per aprirsi un varco nelle cellule e infettarle, contiene delle mutazioni insolite nella sua regione di ancoraggio al virus e che le proteine presenti in questa regione possono essere usate per prevenire l'infezione.

In base ai risultati della sperimentazione, svolta sui macachi e durata 34 settimane, la nuova molecola è in grado di legarsi al'Hiv più potentemente dei migliori anticorpi fornendo una protezione elevatissima agli animali nonostante le ripetute esposizioni al virus. Il prossimo passo de ricercatori sarà quello di effettuare ulteriori indagini di efficacia e sicurezza per poi passare, se ci saranno i presupposti, alla sperimentazione clinica sull'essere umano.