Ictus, il rischio aumenta se si dorme più di otto ore a notte

Ricerca

Ictus, il rischio aumenta se si dorme più di otto ore a notte

di redazione
Dormire più di otto ore a notte, specie in età avanzata, aumenta del 46% il rischio di essere colpiti da ictus. La correlazione è stata osservata in uno studio dell'Università di Cambridge che ha coinvolto quasi 10 mila persone per oltre nove anni. I risultati su Neurology

Le linee guida sul sonno stilate dagli esperti della National sleep foundation (Nsf), solo quale settimana fa, erano state chiare. In età adulta è bene dormire sette-nove per il benessere dell'organismo mentre in tarda età ce ne vogliono sette-otto. Ma cosa può succedere se non si rispetta questa tabella di marcia? Mentre conosciamo molti dei rischi legati alla mancanza di sonno, poco si sa su quelli connessi a un eccesso di riposo. Secondo un nuovo studio dell'Università di Cambridge, nel Regno Unito, indugiare troppo tra le braccia di Morfeo potrebbe aumentare le probabilità di essere colpiti da eventi vascolari acuti.

In particolare, un sonno lungo più di otto ore a notte sembrerebbe correlato a un maggior rischio di ictus, soprattutto in tarda età. Si parla del 46% di probabilità in più rispetto a chi dorme in media 6-8 ore a notte.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Neurology, ha preso in esame oltre 9.600 soggetti sani di un'età compresa da 42 e 81 anni, sottoposti a un questionario sulle abitudini al sonno due volte in un arco di tempo di nove anni e mezzo. Dai dati è emerso che chi è passato da sei a più di otto ore di sonno a notte, in genere anziani, è risultato quattro volte più soggetto a ictus rispetto a chi dormiva in media sempre la stessa quantità di ore.

In questo periodo si sono verificati nel campione 346 casi di ictus. I ricercatori hanno potuto notare come variava l'incidenza dell'evento cardiovascolare tra chi dichiarava di dormire più di otto ore per notte (986 persone) e chi invece dormiva le canoniche sei-otto ore (6.684 persone).

Ebbene, nel primo gruppo gli ictus sono stati 52, quasi il 5,3%, mentre nel secondo 211, poco più del 3%. Il rapporto tra durata del sonno e rischio di ictus è rimasto lo stesso anche quando sono stati considerati altri fattori di rischio come colesterolo e pressione alti, indice di massa corporea e l'attività fisica svolta.

Quello rilevato dallo studio non è un nesso causa-effetto, precisano i ricercatori, ma una semplice correlazione, almeno per ora. «Ancora non sappiamo se il sonno prolungato sia la causa, la conseguenza o un campanello d'allarme», spiega Yue Leng, dell'Università di Cambridge. «Serviranno ulteriori ricerche per chiarire questa relazione». Se i risultati fossero confermati, l'esame dei ritmi del sonno potrebbe diventare un nuovo parametro da controllare per prevenire il rischio di ictus.