La Ricerca europea protagonista per una notte

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La Ricerca europea protagonista per una notte

di redazione
Venerdì 26 settembre centinaia di città europee, ma non solo, saranno teatro della grande manifestazione che vuole avvicinare il mondo della ricerca ai cittadini. L’Italia è tra i Paesi con il maggior numero di iniziative sul territorio

Strano Paese, l’Italia, lo sappiamo. Per tante ragioni. Per esempio: secondo l'ultima Relazione sull'attuazione dello Spazio europeo della ricerca (Ser) siamo solo al 17° posto in Europa per investimenti pubblici nella ricerca: l’1,1% sul Prodotto interno lordo (contro la media dell’1,4% dei 28 membri dell’Ue); la situazione non cambia sostanzialmente se aggiungiamo gli investimenti privati, che ci fanno guadagnare solo una posizione, portandoci al 16 posto. Va appena meglio se consideriamo la spesa procapite: 13° posto. Fin qui non c’è dubbio: sarà banale, ma in Italia la ricerca fa la parte di Cenerentola o poco meglio.

Però… Però, per dire, siamo secondi in Europa per il numero di pubblicazioni per ricercatore: 4,5 in media nel periodo 2000-2011 contro le 2,98 della media Ue. E siamo terzi per la quota di donne ai vertici di Università ed enti di istruzione terziaria: 23,4 per cento a fronte del 15,5 per cento medio dell'Unione (in base ai dati Eurostat del 2010).

Non solo, c’è anche un altro aspetto: il nostro Paese è quello che nel Vecchio Continente ha in programma il maggior numero di eventi per la Notte europea dei ricercatori che si svolgerà il prossimo 26 settembre.

Tuttavia contraddizione, per chi la vede tra questi numeri, è forse soltanto apparente. Anzi, magari è proprio questa “fame” (evidentemente insoddisfatta) di ricerca a spingere coloro che a vario titolo vi operano a portarla quanto più possibile tra la cosiddetta “gente comune” affinchè l’opinione pubblica nostrana prenda coscienza e si renda finalmente conto di quanto fondamentale sia, anche da un punto di vista dello sviluppo economico. E lo faccia capire a chi ci governa. Tanto più in un Paese, come il nostro, pressoché privo di materie prime, piccolo, sovraffollato e in piena crisi.

Così, per venerdì 26 settembre nella Notte europea dei ricercatori (giunta alla nona edizione) l’Italia sarà rappresentata da Università e centri di ricerca pubblici e privati di Piemonte, Liguria, Bolzano, Perugia e Frascati, con oltre 300 eventi, il numero più alto di tutta l’Unione. I progetti italiani coinvolgono 22 città e saranno protagonisti della manifestazione insieme ad altre 300 città in tutta Europa. L’obiettivo, come già accennato, è sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della ricerca, «declinata in tutte le sue discipline, evidenziando il ruolo del ricercatore all’interno della società e la sua responsabilità nel contribuire ad un futuro migliore». Le iniziative daranno la possibilità al grande pubblico di confrontarsi con i ricercatori in modo informale e anche divertente nelle piazze, nei teatri, nei laboratori dei più grandi centri di eccellenza della Penisola.

In particolare, tra le iniziative si segnala Dreams, il progetto primo classificato in Europa, ideato dall’associazione Frascati Scienza in collaborazione con i principali istituti di ricerca italiani, la Regione Lazio, il Comune di Frascati e numerosi partner. Coinvolge le sedi universitarie della ricerca di Frascati e Roma e altre nove città (Trieste, Bologna, Milano, Ferrara, Catania, Bari, Cagliari, Pavia e Pisa) con oltre cento eventi pensati per un pubblico di tutte le età sul tema della sostenibilità. Per quanto riguarda la sanità, a onor del vero, sembra che non ci sia granchè. C’è da segnalare, comunque, che l’Istituto di ricovero e cura (Irccs) San Raffaele Pisana di Roma aprirà le porte al pubblico dalle 9,00 del mattino fino alle 10 di sera «con l’obiettivo di avvicinare giovani e non alla scienza» attraverso postazioni interattive, mostre e percorsi espositivi, visite guidate ai laboratori e seminari scientifici.

Le manifestazioni sono sostenute dalla Commissione europea nell'ambito del Marie Skłodowska-Curie Actions e in Italia hanno il patrocinio del Miur (il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca) e del ministero degli Esteri.