Lem, la proteina che migliora l'immunità a virus e cancro

Ricerca di base

Lem, la proteina che migliora l'immunità a virus e cancro

di redazione
Un team internazionale ha scoperto una proteina che aiuta il sistema immunitario a combattere virus e tumori. Lem, questo il suo nome, decuplica il numero di linfociti T citotossici prodotti dall'organismo per attaccare cellule cancerogene o infette

Migliorare la capacità del sistema immunitario di combattere virus e tumori. Potrebbe essere questa la soluzione di molte malattie e un gruppo di ricercatori britannici ha scoperto un modo per attuarla grazie a una proteina finora sconosciuta denominata Lem. I ricercatori dell'Imperial College di Londra l'hanno individuata in un ceppo di topi geneticamente modificati e negli esperimenti sugli animali e sulle colture cellulari umane la proteina si è dimostrata in grado di decuplicare il numero di linfociti T citotossici, deputati a uccidere le cellule cancerogene e quelle infettate dai virus.

L'inaspettata scoperta, a cui hanno contribuito anche i ricercatori della Queen Mary University di London, dell'Harvard Medical School e dell'Eth Zurich, è stata pubblicata sulla rivista Science e apre la strada allo sviluppo di nuove terapie.

Il team, infatti, sta lavorando a una terapia genica mirata ad aumentare la proliferazione dei linfociti T stimolando la produzione di proteina Lem ed entro tre anni potrebbe partire la sperimentazione sugli esseri umani.

Le cellule T citotossiche sono una componente importante del sistema immunitario ma di fronte a gravi infezioni o al cancro in stadio avanzato sono spesso incapaci di proliferare in quantità sufficienti per combattere la malattia.

Analizzando alcuni topi portatori di mutazioni genetiche, i ricercatori hanno notato che un particolare ceppo, quando veniva infettato da un virus, produceva un numero di cellule T citotossiche dieci volte superiore a quello prodotto dai topi normali. Questi animali riuscivano quindi a soppromere l'infezione in modo più efficace e sono risultati anche più resistenti al cancro. Inoltre, producevano anche maggiori quantità di un secondo tipo di cellule T, quelle della memoria, che consentono al sistema immunitario di riconoscere le infezioni già conosciute in precedenza e di mettere in moto rapidamentele azioni di difesa.

Ma cosa avevano di particolare questi topi? Andando a cercare le ragioni della loro super-immunità il team ha scoperto che questi animali producevano alti livelli di una proteina finora sconosciuta, denominata molecola di accrescimento dei linfociti (Lymphocyte expansion molecule) o Lem, che si è dimostrata in grado di modulare la proliferazione delle cellule T anche negli esperimenti sulle cellule umane in coltura. 

Stimolando la produzione di questa potente proteina, dicono i ricecatori, è possibile migliorare l'immunità degli individui e per questo stanno lavorando a una terapia genica mirata che sperano di sperimentare sugli uomini nel giro di qualche anno.

«Avere cellule T geneticamente modificate pr aumentare la loro capacità di combattere il cancro è stato per lungo tempo un obiettivo e le tecniche per modificarle esistono già», spiega Philip Ashton-Rickardt, docente di Immunobiologia all'Imperial College di Londra, che ha condotto lo studio. «Con l'introduzione di una versione attiva del gene Lem nelle cellule T dei pazienti affetti da cancro speriamo di poter fornire un trattamento efficace...che sarà prima testato su cavie da laboratorio per assicurarsi che sia sicuro e vedere se può essere combinato con altre terapie. Se tutto va bene, speriamo di essere pronti per la sperimentazione umana in circa tre anni».

Oltre allla promessa di nuove terapie contro tumori e virus, la scoperta della proteina Lem avrà delle ricadute più ampie, spiega Claudio Mauro, ricercatore italiano presso il Center for Biochemical Pharmacology della Queen Mary University di Londra: «La scoperta avrà conseguenze immediate sulla messa a punto di approcci innovativi contro il cancro. Tuttavia le sue ramificazioni sono sono di gran lunga maggiori in quanto possono aiutarci a spiegare i meccanismi biologici della diffusione delle malattie che comportano un'alterazione del sistema immunitario e delle risposte infiammatorie. Queste includono le infiammazioni croniche e le malattie autoimmuni come l'aterosclerosi e l'artrite reumautoide».