Motor Imagery, la nuova frontiera della neuroriabilitazione

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Motor Imagery, la nuova frontiera della neuroriabilitazione

di redazione
Il cervello “immagina” il movimento prima che il corpo lo compia. Nelle neuro lesioni questa funzione è parzialmente compromessa e ripristinarla apre nuove prospettive di recupero. Lo dicono due studi della Fondazione Santa Lucia Ircss, pubblicati su Frontiers in Human Neuroscience

La nuova frontiera della neuroriabilitazione si chiama "immaginazione motoria". Ne sono convinti i ricercatori della Fondazione Santa Lucia Ircss, secondo i quali un training riabilitativo basato sulla capacità di rappresentare mentalmente un movimento può contribuire a riattivare le aree cerebrali coinvolte in quei gesti nei soggetti con deficit motori a causa di lesioni cerebrali, fevorendone il recupero. Ancora prima di iniziare un movimento il nostro cervello è già in grado di calcolarne il tempo necessario per compierlo, la traiettoria migliore e le conseguenze di quel gesto. Inoltre, immaginare un atto motorio attiva molte delle aree cerebrali coinvolte nell'esecuzione reale di tale atto. Queste funzioni, però, risultano parzialmente compromesse in caso di neurolesioni, da qui l'idea di ripristinarle attraverso un percorso riabilitativo ad hoc.

Il laboratorio clinico di Neuroriabilitazione sperimentale della Fondazione ha recentemente pubblicato due studi sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience relativamente alla cosiddetta "motor imagery", ovvero la capacità di rappresentare mentalmente un movimento in modo realistico anche senza eseguirlo. In particolare, le ricerche hanno riguardato la capacità di immaginare la propria locomozione.

Nel primo studio, svolto in collaborazione con l'unità di Scienze dell'esercizio fisico e dello sport dell'Università degli Studi Roma "Foro Italico", è stato scoperto che la rappresentazione mentale della locomozione è più realistica quando accompagnata da un movimento che mima quello reale. Questo mimare il movimento mentre lo si immagina, chiamato "Dynamic Motor Imagery", è risultato in grado di produrre una maggiore consapevolezza del proprio movimento rendendo la rappresentazione in termini di parametri spazio-temporali della locomozione molto più simile alla realtà.

Il secondo studio ha coinvolto bambini sani e bambini con paralisi cerebrale in cura presso il dipartimento di Neuroriabilitazione infantile della Fondazione Santa Lucia. I risultati hanno mostrato come la motor imagery sia una capacità meno sviluppata nei bambini rispetto agli adulti, tuttavia i bambini sani sono in grado di compensare ciò basandosi su feedback sensoriali, ottenendo prestazioni non meno efficaci di quelle degli adulti. Invece nei bambini con paralisi cerebrale non solo le prestazioni motorie risultano deficitarie, ma le rappresentazioni mentali del movimento sono persino più danneggiate della reale capacità di movimento.

Per comprendere l'importanza di questi studi si pensi a tutte le volte che attraversiamo la strada: il nostro cervello in pochi istanti calcola se il tempo necessario per l'attraversamento sia inferiore a quello in cui possa sopraggiungere un'automobile prima di dare i comandi motori per iniziare l'attraversamento. Un deficit di immaginazione locomotoria può quindi esporre a gravi rischi chi ne ne è affetto, come ad esempio un ragazzino con paralisi cerebrale anche lieve.

I ricercatori che si stanno occupando delle ricerche, Augusto Fusco e Marco Iosa, stanno ora conducendo nuovi test per comprendere se anche i pazienti con ictus possano avere simili deficit e se una rieducazione cognitivo-motoria specifica possa permettere al soggetto di recuperare una corretta immagine mentale del movimento sia per recuperare il movimento stesso, sia per consentire al soggetto di predire in modo corretto le conseguenze delle sue azioni motorie. I primi risultati di tale tipo di riabilitazione cognitivo-motoria per i bambini con paralisi cerebrale sono promettenti.