Proteggere e migliorare le funzioni cerebrali, anche in vecchiaia: un aiuto dai probiotici

Lo studio

Proteggere e migliorare le funzioni cerebrali, anche in vecchiaia: un aiuto dai probiotici

di redazione

Assumere probiotici può avere effetti positivi nel contrastare la perdita di funzionalità cerebrali causata da infezioni, traumi o dall’invecchiamento, grazie all'interazione tra la flora batterica intestinale e il cervello.

A confermarlo è lo studio di un team di ricercatori del Cnr-Ibbc che ha individuato un mix di otto ceppi batterici vivi in grado di contrastare i processi neuro-infiammatori e di stimolare la neurogenesi adulta. La ricerca è stata pubblicata su Pharmacological Research

«È noto da tempo che l’interazione bilaterale tra la flora batterica intestinale e il cervello, il cosiddetto gut-microbioma-brain axis, gioca un ruolo fondamentale nella modulazione dei processi infiammatori sistemici con conseguenti ripercussioni sul sistema nervoso centrale» ricorda Stefano Farioli Vecchioli, che fa parte del Gut-Brain Microbioma Group (Gbm Group) assieme a Carla Petrella, Francesca De Santa, Georgios Strimpakos, autori dello studio finanziato da Beingpharma. «La regolazione della flora batterica intestinale mediante l’assunzione di ceppi batterici vivi, i probiotici, rappresenta quindi un approccio molto promettente nella prevenzione e nella cura di numerose malattie» aggiunge.

Lo studio “in vivo” ha mostrato che l’assunzione per 15 giorni di un nuovo mix di otto ceppi batterici vivi (OttaBac) è in grado di proteggere e contrastare in cavie da laboratorio i processi infiammatori del cervello e dell’intestino sottoposti a un’infezione acuta provocata da endotossine batteriche. Inoltre, la ricerca «mostra per la prima volta – sottolinea Farioli Vecchioli - che il mix di probiotici induce un aumento significativo di neurogenesi ippocampale, il processo di produzione di nuovi neuroni in grado di regolare i meccanismi di apprendimento e memoria ippocampo-dipendenti». Da rilevare che l’azione pro-neurogenica del probiotico «è chiaramente osservabile sia nel gruppo di controllo sia in quello sottoposto a infezione batterica. Stiamo conducendo ulteriori studi – aggiunge il ricercatore - per identificare i meccanismi molecolari e i mediatori proteici alla base dell’azione pro-neurogenica e anti-infiammatoria del mix probiotico».

Secondo i ricercatori, inoltre, questo studio può fornire «indicazioni molto importanti per pianificare e realizzare strategie terapeutiche che prevedano l’utilizzo dei probiotici in ambiti pre-clinici e medici – conclude Farioli Vecchioli - con l’obiettivo di contrastare i processi infiammatori e migliorare le capacità cognitive, soprattutto nel corso dell’invecchiamento».