Il 16 dicembre scioperano i sindacati (ma non tutti) della sanità

Legge di Bilancio

Il 16 dicembre scioperano i sindacati (ma non tutti) della sanità

di redazione

Medici, veterinari e dirigenti del Servizio sanitario nazionale sciopereranno il prossimo giovedì 16 dicembre. Ad annunciarlo è l'Intersindacale che riunisce larga parte delle organizzazioni dei dirigenti del Ssn che, in un comunicato congiunto, denunciano le scelte di Governo e Regioni nella legge di Bilancio 2017, nel testo approvato dalla Camera.

«Contrariamente a quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio – sostiene l'Intersindacale - il topolino di incremento retributivo, pari al costo di 2 caffè al giorno, che nascerà dalla montagna del fondo per il pubblico impiego non può essere considerato il finanziamento del Ccnl dei dirigenti medici e sanitari dipendenti del Ssn». Di fatto, prosegue una nota congiunta, si proroga «solo per noi, un blocco retributivo in vigore da 7 anni, ad onta della sentenza della Corte Costituzionale».

Secondo i sindacati, il lavoro degli operatori del Ssn «in quanto pubblico, continua ad essere vittima di un pregiudizio, che si direbbe ideologico, se esistessero ancora le ideologie, senza nulla rilevare la sua quantità, qualità e rilevanza sociale. Non meritevole degli strumenti fiscali concessi al lavoro privato, a spese di tutti i cittadini, se non in un’ottica graduale, incerta nei tempi e nelle cifre».

Invece che all'annunciato “cambiamento di verso”, i sindacati dicono di assistere a «un film già visto» fatto di sottofinanziamento, abuso di contratti atipici e peggioramento delle condizioni di lavoro e retributive dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari. I medici e gli altri professionisti del Ssn chiedono dunque al Senato sia «il riconoscimento di ruolo e dignità professionale» sia modifiche legislative per un contratto nuovo. «In caso contrario – avvertono - risponderanno con i fatti, additando Governo e Regioni, che litigano di giorno per accordarsi di notte, come responsabili dello svuotamento del diritto alla salute». Il primo fatto è, appunto, lo sciopero generale del 16 dicembre, «per la dignità professionale, un contratto nuovo, la sanità pubblica».

Niente sciopero per Cgil, Cisl e Uil (per ora)

«Il protocollo di intesa tra Governo e sindacati confederali del 30 novembre, al quale hanno dato il loro contributo anche Cgil Cisl Uil Medici, dopo sette anni di blocco contrattuale consente la riapertura della trattativa anche per i dirigenti medici e sanitari»: è questa la motivazione con la quale i medici di Cgil, Cisl e Uil si dissociano dall'Intersindacale e non aderiscono allo sciopero del 16 dicembre.

Tra i risultati raggiunti il 30 novembre, fanno sapere Fp Cgil Medici, Cisl Medici e Uil Fpl Medici, ci sono «la riaffermazione della primazia della contrattazione rispetto alla legge, con il contestuale superamento dei pericolosi ricorsi agli atti unilaterali da parte delle aziende, nuovi sistemi di valutazione per garantire una adeguata valorizzazione delle professionalità e delle competenze, la semplificazione dei fondi di contrattazione aziendali, il superamento del precariato con la garanzia dei rinnovi dei contratti precari in essere, la conferma della durata dell'attuale orario di lavoro, la fiscalità di vantaggio per la produttività, lo sviluppo della previdenza complementare e l'introduzione di forme di welfare contrattuale».

Quanto alla parte economica, «certamente c'è bisogno di avere chiarezza sugli aumenti contrattuali per la dirigenza medica e sanitaria – ammettono Cgil, Cisl e Uil Medici - e il Governo, in primo luogo, deve incrementare a tal fine il Fondo sanitario nazionale. Ma dal nulla ottenuto fino a oggi partiamo da “incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati, e comunque non inferiori a 85 euro medi”». Inoltre il Governo si è impegnato a garantire specifici stanziamenti di risorse, in accordo con le Regioni. «Una partita, quella economica, tutta da giocare – proseguono - e per la quale chiediamo e chiederemo più risorse certe. Adesso è tempo di sedersi al tavolo e di trattare, pronti anche a nuovi scioperi se non saranno rispettati i punti dell'intesa e se gli aumenti saranno insufficienti. Ecco perché – concludono Cgil, Cisl e Uil - pur rispettando le ragioni di chi vuole scioperare il 16 dicembre, noi non aderiamo. Tutto qui. Molta concretezza e pochi proclami. Noi il sindacato lo sappiamo fare così».