Corruzione. Un milione e mezzo di italiani hanno pagato una mazzetta per ottenere un servizio sanitario

L’indagine

Corruzione. Un milione e mezzo di italiani hanno pagato una mazzetta per ottenere un servizio sanitario

di redazione
Per il 63% dei cittadini negli ultimi quattro anni la corruzione non è diminuita. È uno dei dati del rapporto "Global Corruption Barometer 2016" realizzato da Trasparency Internation Italia

Il fenomeno della corruzione in sanità non si ferma, anche se tra gli italiani cresce la voglia di contrastare il fenomeno. In base a quanto emerso dallo studio "Global Corruption Barometer 2016" realizzato da Trasparency Internation Italia, nell'ultimo anno circa due milioni e mezzo di persone in Italia hanno ammesso di aver pagato una mazzetta nell'ambito dei servizi pubblici e di questi un milione e seicentomila lo ha fatto in cambio di un servizio sanitario. 

A questi due dati si aggiunge quello della percezione dei nostri connazionali, con il 63 per cento degli italiani che si dice convinto che negli ultimi quattro anni la corruzione non sia diminuita. In questo contesto negativo, i cittadini chiedono però di poter dire la loro nella lotta al fenomeno: oltre la metà degli italiani (51 per cento) è convinta di poter fare la differenza nella lotta alla corruzione, e il 61 per cento dichiara che se fosse testimone di un episodio di corruzione si sentirebbe obbligato a denunciarlo. 

Da settembre 2014 a maggio 2016 l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha raccolto 299 segnalazioni, la maggior parte provenienti dal Sud e da parte di dipendenti pubblici, classificate prevalentemente come casi di corruzione e cattiva amministrazione, demansionamento e trasferimenti illegittimi e appalti illegittimi. Mentre Transparency International Italia, attraverso la piattaforma informatica Alac (Allerta Anticorruzione) negli ultimi due anni ha raccolto 298 segnalazioni da vittime o testimoni di episodi di corruzione, provenienti principalmente da Lazio, Campania e Lombardia. Il 18 per cento delle segnalazioni ricevute riguarda la sanità. Nell’ambito del progetto "Curiamo la corruzione", e con riferimento all’anno in corso, sono state raccolte nella piattaforma appositamente predisposta dodici segnalazioni provenienti dalle Asl pilota di Bari, Melegnano e Martesana, Siracusa e Trento. 

A confermare come sia percepito il problema della corruzione e della mala gestione, ci sono anche i dati del Censis: il 28,8 per cento degli italiani pensa che sarebbe necessario avere una comunicazione trasparente dei costi e delle prestazioni del welfare, così da poter confrontare le spese e limitare gli sprechi. Alla base di questa volontà c’è una mancanza di fiducia nel modo in cui i soggetti erogatori dei servizi gestiscono il denaro pubblico: il 55,9 per cento degli italiani non ha fiducia nella gestione di risorse da parte degli ospedali convenzionati e il 45,4 per cento degli ospedali pubblici.

Trasparency International Italia, assieme a Censis, Riscc e Ispe-Sanità, sta portando avanti il progetto "Curiamo la Corruzione", dal quale è emerso che a novembre 2016 la situazione dei piani anticorruzione sta migliorando in 230 aziende sanitarie e ospedaliere prese in esame. Nel dettaglio, le aziende virtuose che hanno analizzato i processi di corruzione ed i rischi correlati e individuato le più opportune misure di intervento sono state 113, ovvero il 49 per cento del totale (contro il 26 per cento dello scorso anno). Diminuiscono invece le aziende che non rispettano i requisiti richiesti: nel 2015 il 40 per cento dei piani anticorruzione era stato valutato come insufficiente, quest’anno la percentuale è scesa al 14 per cento. Si tratta di 32 aziende, che non hanno aggiornato il Piano o che l’hanno fatto senza la valutazione dei rischi di corruzione.

In vista della seconda Giornata nazionale contro la corruzione in sanità, che si terrà il prossimo 6 aprile 2017, e in cui verranno presentati i risultati del secondo anno di attività del progetto, è possibile sottoscrivere una petizione popolare per un sistema sanitario nazionale più trasparente, integro ed equo. La petizione può essere visionata e sottoscritta sul sito del progetto www.curiamolacorruzione.it oppure sulla piattaforma di raccolta firme Change.org.