Farmaci equivalenti, ancora se ne sa poco

Indagini

Farmaci equivalenti, ancora se ne sa poco

di redazione

La prevenzione e l'impiego di farmaci equivalenti sono, per gli italiani, due strumenti efficaci per combattere gli sprechi e rendere il Ssn più sostenibile ed efficiente. I dati emergono dall'indagine Doxa "Sostenibilità delle cure, chi è il responsabile?", che ha sondato la percezione e gli atteggiamenti degli italiani in fatto di cure sostenibili basandosi su un campione di 600 soggetti, uomini e donne tra i 18 e i 64 anni.

Gli italiani appaiono diffidenti verso il sistema sanitario e lo ritengono poco sostenibile a causa dello "sperpero di risorse da parte della pubblica amministrazione " (64%), della "scarsa equità sociale" (63%) e dell'"opportunismo e la scarsa onestà di chi è al potere" (59%). Al quarto posto troviamo anche "l'alto costo dei farmaci". E proprio l'utilizzo dei farmaci equivalenti è stato indicato dai partecipanti alla ricerca come uno tra i "comportamenti virtuosi" a garanzia di cure più accessibili per tutti: ne è convinto il 29% degli intervistati, mentre il 38% ritiene che "le autorità sanitarie dovrebbero effettuare più controlli sul Ssn" e il 30% ritiene necessaria "una maggiore prevenzione, soprattutto se si parla di certe malattie".

Gli italiani chiedono inoltre di avere più notizie sul farmaco equivalente: sebbene il trend di consumo dei generici sia in crescita, il 26% del campione intervistato sostiene "di non averne mai parlato con il proprio medico curante". Non va meglio in farmacia: rispetto al 2013 la percentuale di farmacisti (dal 58 al 53%) che "spesso o con una certa frequenza" propone la sostituzione del griffato con il suo equivalente scende da 58 al 53%. «L'indagine dimostra che vi sono ancora molti pregiudizi sui farmaci dal nome generico e che, quindi, è necessaria ancora molta informazione», spiega Silvio Garattini, scienziato e ricercatore in farmacologia, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri".