La farmacia, un hub di servizi per una sanità efficiente e sostenibile

Assemblea pubblica Federfarma

La farmacia, un hub di servizi per una sanità efficiente e sostenibile

di redazione

Oltre 18 mila piccole imprese professionali nelle quali operano 70 mila addetti, di cui 50 mila laureati, per la maggior parte donne. Un settore che, considerando anche l’indotto, dà lavoro a oltre 100 mila persone.

Sono alcune cifre tratte dal volume I numeri della farmacia italiana, realizzato da Federfarma e presentato martedì 24 maggio in occasione dell'assemblea pubblica organizzata proprio dall'associazione dei titolari di farmacie private, alla quale ha partecipato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

La farmacia «è un patrimonio di cui dispone il nostro Paese – sostiene Annarosa Racca, presidente di Federfarma - una rete di presidi territoriali e di professionisti che ogni giorno svolge, in silenzio e con spirito di sacrificio, il proprio lavoro al servizio della collettività, dalla grande città al piccolo centro rurale con poche centinaia di abitanti». Con questa prima assemblea pubblica, spiega Racca, «vogliamo evidenziare che la farmacia vera è quella che conoscono e apprezzano i 4 milioni di cittadini che ogni giorno entrano in farmacia per avere farmaci, servizi, consigli e informazioni per la loro salute. Il buon funzionamento del servizio farmaceutico è dato per scontato e troppo spesso, quando parliamo di farmacia, ci accorgiamo che i nostri interlocutori conoscono poco le regole che ne consentono l’efficienza sull’intero territorio nazionale. Sentiamo quindi la necessità di far conoscere meglio la realtà della farmacia italiana, le sue specificità e le iniziative promosse per migliorare costantemente il servizio offerto alla collettività».

In farmacia, ricordano i titolari, si dispensano medicinali, prodotti e servizi, ma anche consulenze gratuite: ogni farmacista dedica due ore al giorno a questa attività che costituisce una sistematica campagna di prevenzione quotidiana e capillare.

Tuttavia, «affinché l’impegno delle farmacie si traduca in un processo strutturato e organico di potenziamento del servizio farmaceutico – sottolinea Racca - abbiamo bisogno che la parte pubblica dia stabilità al settore e che sia data attuazione a norme di legge già esistenti». Come, per esempio, il rinnovo della Convenzione con il Servizio sanitario nazionale (scaduta nel lontano 1998) e la governance della spesa farmaceutica.

In proposito, Federfarma ha presentato a ministro, alle Regioni, al mondo politico e all’opinione pubblica una serie di proposte, a cominciare dal ripristino di «uno standard quanto più possibile omogeneo su tutto il territorio nazionale» dell'erogazione di farmaci; consentire poi la distribuzione in farmacia di tutti i medicinali a carico del Ssn, con la sola esclusione di quelli che richiedono particolari cautele in fase di somministrazione; investire nella farmaceutica convenzionata proprio per garantire l’erogazione di medicinali innovativi poichè «è una spesa virtuosa e controllata, che non può continuare a essere oggetto di tagli»; superare il sistema dei tetti rigidi alla spesa farmaceutica, a favore di un sistema che consenta di tener conto dei risparmi che l’utilizzo del farmaco produce su altre voci; reinvestire nel servizio farmaceutico almeno parte dei risparmi generati dalla farmacia stessa, in particolare con gli sconti a favore del Ssn e le varie trattenute, che valgono 800 milioni di euro l’anno; definire i requisiti strutturali e la remunerazione dei servizi aggiuntivi rispetto alla dispensazione del farmaco.

Con queste proposte, Federfarma «intende promuovere un grande cambiamento culturale che consiste nel guardare al mondo della farmacia e del farmaco non più come a una voce di costo da comprimere, ma come uno strumento di salute e di risparmio su cui investire».