In fuga dagli ospedali le aziende produttrici di farmaci fuori brevetto

Sanità

In fuga dagli ospedali le aziende produttrici di farmaci fuori brevetto

di redazione

La maggior parte dei medicinali utilizzati negli ospedali italiani sono ormai fuori brevetto: 60,2 per cento contro il 39,8 per cento di quelli il cui brevetto non è ancora scaduto. Un dato che riguarda la quantità dei farmaci, perché il discorso cambia per quanto riguarda i costi. Il 23,8% degli equivalenti propriamente detti (il restante 36,4% sono a brevetto scaduto) assorbe infatti solo il 5,1% della spesa “ex factory”. E gli ospedali pretendono prezzi sempre più bassi, tant'è che aumenta progressivamente il numero dei lotti non aggiudicati (27% nel 2015 contro il 20% del 2014) e si registra una crescente “fuga” delle imprese dalla partecipazione alle gare negli ultimi cinque anni.

Se ne è parlato lunedì 25 settembre nello stabilimento Baxter di Sesto Fiorentino, ultima tappa di “Fabbriche aperte”, iniziativa promossa da Assogenerici, l'associazione delle imprese del settore. «Maggiore informazione e conoscenza possono significare maggiore fiducia – spiega il presidente Enrique Häusermann - e possono spazzare via le leggende metropolitane che ancora sussistono sulla qualità ed efficacia dei farmaci equivalenti, garantita da una produzione d’eccellenza: stiamo spalancando le porte delle nostre fabbriche proprio per dimostrarla».

Le richieste del comparto sono precise: riapertura automatica delle gare in caso di scadenze brevettuali in itinere; introduzione nei capitolati di quantitativi minimi d’ordine vincolanti; eliminazione del pay back ospedaliero almeno per le aziende che competono nel segmento fuori brevetto; snellimento delle procedure di gara; introduzione di elementi qualitativi per gare economicamente vantaggiose. «È indispensabile la riconvocazione urgente del tavolo della Governance e la rivalutazione di tutte le decisioni di policy che impattano sul tessuto industriale e produttivo – precisa quindi Häusermann - perché nelle condizioni attuali diventerà impossibile per le imprese continuare a garantire l’eccellenza del servizio offerto al Ssn».

Lo stabilimento di Sesto Fiorentino di Baxter produce ogni anno 148 mila sacche per la nutrizione parenterale, soluzioni in dispositivi medici per la chemioterapia e farmaci monoclonali. Conta oggi 91 addetti ed è l’unico in Italia ad avere ottenuto dall’Aifa l’autorizzazione alla produzione su prescrizione medica di medicinali sterili sotto forma di preparazioni liquide per uso parenterale preparati in asepsi. «Riteniamo sia necessario per i pazienti mantenere un’elevata qualità e sicurezza dei prodotti e dei servizi offerti» assicura Stefano Collatina, membro del consiglio direttivo di Assogenerici, vicecoordinatore Italian Biosimilars Group (IBG) e Business Unit Director Hospital Products di Baxter. «Solo così – prosegue - si potrà ottenere un risparmio in termini di ricoveri inappropriati, infezioni ricorrenti e complicanze, a favore di una corretta allocazione delle risorse. A questo si aggiunge, inoltre, il mantenimento di un elevato grado di qualità della vita dei pazienti, l’outcome clinico e la valorizzazione dei costi sociali».