L’Health Technology Assessment in Italia: quel che è stato fatto e quel che resta da fare

L’Indagine

L’Health Technology Assessment in Italia: quel che è stato fatto e quel che resta da fare

di redazione

Una Regione su due prevede una regolamentazione dell’ attività di valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment,Hta). Nel biennio 2014-2015 sono stati prodotti 102 report Regionali di Hta, di cui il 44 per cento dei casi relativo ai dispositivi medici e il 22 per cento ai farmaci. 

Sono i principali risultati dell’indagine conoscitiva sull’attività di Health Technology Assessment (Hta) nelle Regioni italiane condotta da Agenas, in collaborazione con la Società Italiana di Health Technology Assessment (Sihta).

Un’occasione per fare un bilancio a distanza di circa 10 anni dal Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 che riconosceva il ruolo strategico dell’Hta nel sostenere i diversi livelli decisionali del Servizio sanitario nazionale.

Su 17 Regioni  analizzate è emerso che 11 hanno adottato leggi e regolamenti in materia, ma solamente 5 di queste (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia) hanno adottato disposizioni sul conflitto di interesse. 

Soltanto in Veneto i risultati dei report sono “sempre vincolanti”.

«L’Hta è l’unica risposta strutturale in grado di garantire innovazione e sostenibilità al Servizio sanitario nazionale assicurando, allo stesso tempo, equo accesso alle tecnologie sanitarie di valore per i cittadini - dichiara Americo Cicchetti, Presidente della Società Italiana di Health Technology Assessment - L’indagine mostra come molta strada sia stata fatta dalle Regioni in termini di produzione di report, ma che c’è ancora molto da fare in termini di qualità delle valutazioni e per garantire un impatto sistematico degli esiti delle valutazioni stesse sulle decisioni a livello regionale e aziendale».