Morbillo e rosolia, anche in Italia serve una maggiore copertura vaccinale

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Morbillo e rosolia, anche in Italia serve una maggiore copertura vaccinale

di redazione

Entro il 2015 l'Europa deve eliminare morbillo e rosolia. Per raggiungere l'obiettivo, fissato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni paese dovrà dimostrare un livello di copertura vaccinale pari o maggiore del 95% e aver vaccinato con due dosi di vaccino il 95% dei soggetti con meno di 40 anni. Il morbillo e la rosolia potranno dirsi eliminate quando non ci saranno casi delle due malattie per un periodo di almeno 36 mesi dall'ultimo caso conosciuto. Ma i dati sulla loro diffusione attuale dimostrano che c'è ancora molto da fare. In Italia sono ancora moltissimi i casi di morbillo e rosolia, per questo non bisogna abbassare la guardia, ha detto Susanna Esposito, presidente della Commissione dell'Oms per l'eliminazione di morbillo e rosolia congenita, nel corso del congresso nazionale della Società italiana di ricerca pediatrica (Sirp).

In Europa, secondo fonti dell'Istituto superiore di sanità, tra il 1 luglio 2013 e il 30 giugno 2014, sono stati segnalati 7.116 casi di morbillo. Di questi, il 77,3% dei casi segnalati proviene da tre paesi: Paesi Bassi (2.446) Italia (2.185) e Germania (869). Nello stesso periodo, ci sono stati 9.443 casi di rosolia, il 97,5% dei quali è stato notificato dalla Polonia.Andando a vedere nel dettaglio i dati italiani diffusi dall'Iss, nel mese di settembre 2014 sono stati segnalati 45 casi di morbillo, portando a 1.566 i casi dall'inizio dell'anno. Più della metà dei casi (57,9%) ha un'età compresa tra 15 e 39 anni, di cui l'85,2% non è mai stato vaccinato e il 6,6% ha effettuato una sola dose di vaccino: 1 caso su 4 (26,2%) ha riportato almeno una complicanza, tra cui 80 casi di polmonite. Sempre secondo l'Iss, nel mese di settembre 2014 sono stati segnalati quattro casi di rosolia, portando a 16 il totale delle segnalazioni dall'inizio dell'anno.

«Il morbillo e la rosolia possono causare complicanze gravi e rimangono ancora oggi un rischio per il nostro Paese», ha detto Susanna Esposito, che è anche presidente Waidid (World association for infectious diseases and immunological disorders). «Come emerso dallo scorso meeting dell'Oms di Copenhagen, a livello globale la situazione evidenzia la necessità di interventi mirati soprattutto ad aumentare la copertura vaccinale. In Italia, se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi prefissati dall'OMS, è indispensabile un coinvolgimento politico sia a livello nazionale che regionale. Il nostro Paese ha dato un enorme contributo nell'eliminazione della polio a livello nazionale ed internazionale, lo stesso ci aspettiamo che faccia nell'attuazione del Piano di eliminazione di morbillo e rosolia».

La vaccinazione trivalente (morbillo-parotite-rosolia), in Italia, è stata inclusa ufficialmente nel 1999 nel calendario nazionale delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15° mese di vita, e con l'introduzione di una seconda dose all'età di 5-6 anni. «Eppure nel nostro Paese la situazione della copertura vaccinale rimane ancora preoccupante», è stato il commento di Elisabetta Franco, professore di Igiene all'Università di Roma Tor Vergata e presidente del National verification committee (Nvc) per l'eliminazione di morbillo e rosolia. «La Commissione italiana sta lavorando alacremente con l'obiettivo di arrivare all'eliminazione di queste malattie ancora troppo diffuse: i casi di morbillo sono tanti, le coperture vaccinali sulla prima dose sono inferiori all'atteso, intorno al 90%, e i dati sulla dose 2 sono incompleti».