Ora ci sono le regole per l'eterologa

Fecondazione assistita

Ora ci sono le regole per l'eterologa

di Sabrina Valletta
Le Regioni hanno deciso che sarà a carico del servizio sanitario per le donne in età fertile. Il donatore dovrà essere anonimo e somigliare ai genitori

Finalmente, sulla fecondazione eterologa, si comincia a intravedere un po' di chiarezza.

Dopo la sentenza dello scorso aprile con cui la Corte Costituzionale ha eliminato il divieto di ricorrere a donatori esterni in caso di infertilità assoluta imposto dalla legge 40/2004, ieri sono state approvate all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni le linee guida messe a punto dai tecnici regionali e poi vagliate dagli assessori alla Sanità, fondamentali per applicare in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale la sentenza della Consulta.

Secondo quanto stabilito dal documento, la fecondazione eterologa sarà inserita nei Lea (i livelli essenziali di assistenza), dunque sarà a carico del sistema sanitario, ma solo per le donne fino ai 43 anni di età, tutte le altre dovranno pagare di tasca loro. La donazione di gameti è consentita ai maschi di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni, e alle donne di età non inferiore ai 20 anni e non superiore ai 35 anni, con un limite di massimo 10 nati. Per i donatori non potrà esserci alcuna retribuzione economica, ma saranno previste forme di incentivazione. Per quanto possibile, si deve mantenere lo stesso fenotipo della coppia in relazione al colore della pelle, dei capelli e anche rispetto al gruppo sanguigno del bambino. É inoltre prevista la possibilità per la coppia che ha già avuto un figlio da eterologa di averne altri sempre dallo stesso donatore. La fecondazione eterologa è sconsigliata alle donne over 50, a causa dell’alta incidenza di complicanze ostetriche. 

Rispetto alla bozza, manca nel testo approvato dalle Regioni la possibilità per i bimbi nati da fecondazione eterologa di conoscere l’identità del padre o madre biologici una volta compiuti i 25 anni di età. «La donazione - si legge - deve essere anonima (cioè non deve essere possibile per il donatore risalire alla coppia ricevente e viceversa). I dati clinici del donatore/donatrice potranno essere resi noti al personale sanitario solo in casi straordinari, dietro specifica richiesta e con procedure istituzionalizzate, per eventuali problemi medici della prole, ma in nessun caso alla coppia ricevente. I donatori/donatrici non hanno diritto di conoscere identità del soggetto nato per mezzo di queste tecniche e il nato non potrà conoscere l’identità del donatore/donatrice».

Secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, «con le linee guida sull'eterologa le Regioni hanno mandato un segnale politico forte al Parlamento, a cui rivolgo un appello accorato perché legiferi».

Dello stesso avviso è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, secondo la quale sull’eterologa «è necessaria una legge parlamentare, per due motivi: dare una copertura economica alle Regioni, che avranno bisogno di una stabilizzazione strutturale e per l’istituzione del registro nazionale dei donatori, che ci permetta di avere la tracciabilità dei gameti e soprattutto la certezza che uno stesso donatore non faccia più di un tot di donazioni da cui possa nascere un numero imprecisato di bambini».

A non essere d’accordo, invece, sulla necessità urgente di una legge nazionale è il presidente della Toscana, Enrico Rossi: «il Parlamento può fare una legge, ma per partire non serve. Se poi vogliamo fare leggi su questioni che in Italia hanno rilevanza etica, io dico attenzione, perché le etiche sono sempre parziali. Siamo convinti di aver fatto bene a partire sulla fecondazione eterologa, anche perché il tentativo di rimandare tutto alle calende greche c’è stato e la nostra iniziativa ha in qualche modo dato una spinta». Rossi si riferisce al fatto che la Toscana è stata la prima Regione a stabilire le regole per il ricorso all’eterologa. Ieri, infatti, a Firenze, all'ospedale Careggi, hanno preso il via le visite di consulenza per le prime otto coppie che hanno chiesto di effettuare una fecondazione eterologa.