Ospedali: tra dieci anni 40 mila medici in meno

Il rapporto Anaao

Ospedali: tra dieci anni 40 mila medici in meno

di redazione

Tra dieci anni negli ospedali italiani mancheranno all’appello più di 40 mila dottori. È il risultato di due processi che vanno in direzione opposta: i pensionamenti e il blocco delle assunzioni. Questa è la previsione contenuta in un dossier dell’Anaao, il più forte sindacato di categoria, che è pronto a indire uno sciopero sotto le feste se il governo non prenderà provvedimenti. Già oggi quasi la metà dei camici bianchi (il 48,7%), ha più di 55 anni, con gli ultrasessantenni a quota 20 per cento e i giovani tra i 30 e i 34 anni fermi all’1,7 per cento. I giovani che ambiscono a diventare medici si scontrano con una serie di  imbuti formativi e lavorativi  che li spingono ad andare all’estero. Verso Francia, Germania, Svezia, Danimarca, Regno Unito e Svizzera in particolare, oltre che verso gli Stati Uniti.

Secondo i dati Istat, i professionisti del settore sanitario che hanno chiesto al Ministero della Salute la documentazione utile per esercitare all’estero sono passati da 396 nel 2009 a 2363 nel 2014 (+ 596%). Oramai si è arrivati a circa mille laureati o specialisti che emigrano ogni anno. La soluzione? Non è aumentare il numero degli iscritti alle facoltà di medicina. 

«In concreto - dicono all’Anaao -  pensiamo che aumentare il numero degli studenti iscritti al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, al di fuori da seri studi di programmazione che tengano insieme aspetti demografici, dinamiche pensionistiche, esigenze del sistema in termini di formazione, qualità e quantità del personale,   non risolva il problema della prossima carenza di medici specialisti perché i primi risultati si vedrebbero solo dopo 10-11 anni. Inoltre si rischia di ripetere, nel lungo periodo, il fenomeno della pletora medica. Noi proponiamo in base ai dati illustrati che il numero dei posti per la Scuola di Medicina e Chirurgia debba essere limitato a circa 6.500 ogni anno, mentre le borse di studio per la formazione post laurea dovrebbero  aumentare fino a circa 7.200, magari anche con finanziamenti europei considerata l’emigrazione dei nostri laureati e specialisti verso altri paesi della Comunità».