Lo Smi scrive a Renzi: «Non spegnere le luci sull’assistenza medica notturna»

La lettera aperta

Lo Smi scrive a Renzi: «Non spegnere le luci sull’assistenza medica notturna»

di redazione

“Non spegnere le luci sull’assistenza sanitaria notturna”, “Sì H24, No H 16”. Dietro questi slogan, pronunciati durante la manifestazione di protesta  davanti Montecitorio, c’è la richiesta di non smantellare l’assistenza sanitaria notturna. Promotori dell’iniziativa i sindacati Smi, Cgil-Cisl-Uil Medici e Simet che hanno chiesto al Governo di non procedere alla chiusura delle guardie notturne dalle 24 alle 8 del mattino, dirottando le emergenze sui servizi del 118.

«La guardia medica - dice Onotri, segretario generale Smi - costa a ogni cittadino, all'anno, meno di 10 euro e specificatamente, la fascia notturna solo 2 euro. Un costo irrisorio per un settore che tratta 3milioni di interventi (da mezzanotte alle 8), questa è la stima. Invece un uso inappropriato dei servizi di emergenza-urgenza porterà al caos il 118 e farà lievitare i costi».

Al presidio sono intervenuti medici, politici, rappresentanze dei sindaci e delle associazioni dei consumatori. L’appello a Renzi è stato anche ribadito in una lettera aperta firmata dallo Smi.

«È bene sottolineare - si legge nella lettera- che nelle aree delle regioni a popolazione sparsa, la guardia medica è l’unico presidio del Ssn. È, quindi, paradossale che il rafforzamento del territorio passi attraverso lo smantellamento della continuità assistenziale notturna e che una variegata corte dei miracoli si affanni a spiegare che chiudendo le guardie mediche...migliorerà l’assistenza. Infine: le postazioni del 118 rispondono all’emergenza e non tutte sono medicalizzate, sicché il ricorso al 118 nelle ore notturne (dalle 24,00 alle ore 8,00) comporterà inevitabilmente un ulteriore affollamento dei pronto soccorsi degli ospedali e un pesante disservizio per i cittadini, viste le difficoltà in cui sono costretti ad operare i Ps».