C’è un’epilessia sommersa che sfugge ai medici

Giornata nazionale

C’è un’epilessia sommersa che sfugge ai medici

di redazione

Non solo crisi convulsive: esiste un ampio spettro di disturbi legati all’epilessia di cui non si parla quasi mai e che sono ampiamente sottovalutati: crisi visive, uditive, sensazioni fastidiose allo stomaco simili a un pugno e alla gola, con palpitazione e rossore del volto (crisi vegetative, la cosiddetta “aura epigastrica”), impressioni di “già visto” o “già vissuto” (crisi dismnesiche), stati di animo di paura improvvisa simili agli attacchi di panico (crisi affettive), forti nausee. In tutte queste forme il paziente può rimanere perfettamente cosciente, ma il loro impatto sulla qualità di vita può essere devastante.

Lo ricorda la Società Italiana di Neurologia (SIN) in occasione della Giornata Nazionale per l’Epilessia che si celebra oggi. 

«Registriamo un ritardo di molti anni, in alcuni casi fino a 30 anni, nella diagnosi dell’epilessia che esordisce in età adulta con crisi parziali non convulsive senza perdita di coscienza», ricorda il coordinatore del Gruppo di Studio Epilessie della SIN Umberto Aguglia. «Nella maggior parte dei casi il ritardo è riconducibile al paziente stesso che sottovaluta le crisi, nel 30%, invece, è il medico a non riconoscere i sintomi e a formulare una diagnosi errata. È fondamentale, quindi, sensibilizzare pazienti e classe medica sull’esistenza di sintomi che vanno oltre la più conosciuta crisi convulsiva».

In Italia l’epilessia colpisce 500 mila persone e ogni anno si registrano 25 mila nuovi casi; nel mondo, si stima che da 5 a 10 persone su 1.000 siano affette da questa patologia. I pazienti che vengono adeguatamente curati possono condurre una vita normale, attiva e produttiva.