Diabete e obesità, un mix micidiale

Il Rapporto

Diabete e obesità, un mix micidiale

di redazione

Diabesità: un neologismo che ormai sta entrando nel lessico comune; sta a indicare quella condizione in cui una persona con diabete è anche obesa. In Italia sono circa 2 milioni e mediamente hanno un rischio di morire entro dieci anni quadruplicato rispetto a una persona con diabete di peso normale.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la diffusione del diabete di tipo 2 è quasi raddoppiata negli ultimi trent'anni, così come la mortalità legata alla malattia o alle complicazioni. Le previsioni dicono che, entro il 2030, diventerà la quarta causa di morte in Europa. In Italia, secondo i dati Istat del 2016, sono oltre 3 milioni e 200 mila le persone che dichiarano di avere il diabete, passando così negli ultimi trent’anni dal 2,9 per cento al 5,6 per cento dell’intera popolazione.

In previsione del 19 maggio, quando in Europa si celebrerà l’European Obesity Day, l'Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation ha presentato martedì 17 aprile, l'undicesima edizione del proprio Report su diabete e obesità realizzato in collaborazione con l'Istat.

L'obesità è uno dei fattori di rischio principali per il diabete, motivo per cui si parla anche di lotta alla “diabesità”. Si stima infatti che il 44 per cento dei casi di diabete di tipo 2 siano attribuibili all’obesità/sovrappeso; tra i 45-64enni la percentuale di persone obese che soffrono di diabete è al 28,9 per cento per gli uomini e al 32,8 per cento per le donne, portando complessivamente a un totale di circa 2 milioni di “diabesi”. Un dato, questo, molto preoccupante se si considera che il rischio complessivo di morte prematura raddoppia ogni cinque punti di crescita dell’indice di massa corporea: una persona con diabete e sovrappeso ha quindi un rischio raddoppiato di morire entro dieci anni, rispetto a una persona con diabete di peso normale e una persona con diabete e obesa addirittura un rischio quadruplicato.

«Possiamo ormai considerare diabete e obesità come una pandemia – sostiene Renato Lauro, presidente dell'IBDO Foundation - con serie conseguenze per gli individui e la società in termini di riduzione sia dell’aspettativa sia della qualità della vita, e notevoli ricadute economiche».

Come spiega Roberta Crialesi, dirigente del Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia dell'Istat, a livello regionale valori più elevati della media italiana si registrano in Calabria, Basilicata, Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, ma anche in alcune Regioni del Centro come il Lazio; quelli più bassi nelle province autonome di Trento e Bolzano e Liguria. Anche per la mortalità la geografia resta simile, con una maggiore penalizzazione del Mezzogiorno, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia. Nelle Regioni del Mezzogiorno peraltro si riscontrano anche livelli più elevati di obesità. «Un’attenzione particolare merita l’obesità infantile – avverte Crialesi - che presenta marcate differenze territoriali a svantaggio delle Regioni del Sud, dove un minore su tre è in eccesso di peso»: le percentuali più elevate in Campania (36,1 per cento), Molise (31,9 per cento), Puglia (31,4 per cento), Basilicata (30,3 per cento) e Calabria (30 per cento) a fronte del valore minimo osservato nelle province autonome di Trento e Bolzano (15,4 per cento).

Oltre alla differenza tra Nord e Sud, si riscontra un divario anche tra zone rurali e centri urbani: «In Italia il 36 per cento della popolazione del Paese, di cui circa 1,2 milioni con diabete, risiede nelle 14 città metropolitane» sottolinea Andrea Lenzi, coordinatore di Health City Institute e presidente del Comitato per la biosicurezza e le biotecnologie della Presidenza del consiglio dei ministri, aggiungendo che «l’urban diabetes è un problema emergente di sanità pubblica. Nel mondo oggi due terzi delle persone affette da diabete vivono nelle grandi città».