La dieta mediterranea sta diventando un lusso

L’allarme

La dieta mediterranea sta diventando un lusso

di redazione

Era nata, spontaneamente nel tempo, dall'alimentazione delle popolazioni meno abbienti, che non potevano permettersi carne o cibi troppo elaborati. Negli ultimi anni è diventata persino una moda, grazie alle sue benefiche proprietà. Ma ormai sta anche diventando un lusso per pochi. E nei carrelli della spesa delle persone meno danarose entrano sempre più cibi di scarsa qualità. Alimentazioni diverse che nascondono un divario “di classe” con ricadute negative sulla salute: una cattiva dieta aumenta le patologie e le spese a carico del Sistema sanitario nazionale. E miete “vittime» tra le persone con minori disponibilità economiche.

L'allarme arriva dai ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), guidati da Giovanni de Gaetano, che sul rapporto degli italiani con la dieta mediterranea non ha dubbi: «Da dieci anni assistiamo a un progressivo abbandono da parte degli italiani della dieta mediterranea, soprattutto nel Sud Italia, dove è nata. Un paradosso. Abbiamo ragione di credere - aggiunge - che la crisi economica possa aver contributo all’allontanamento da questo modello alimentare, soprattutto da parte dei ceti meno abbienti. Oggi mangiare frutta, verdura e pesce per una famiglia di quattro persone è un impegno economico non indifferente».

Prima della crisi i fattori socioeconomici non sembravano condizionare più di tanto l’adesione alla dieta mediterranea. «Ma a partire dal 2007 - osserva Licia Iacoviello, responsabile del progetto Moli-sani in corso presso Neuromed - abbiamo invece osservato che avere buone risorse economiche risultava un determinante importante di un’alimentazione di tipo mediterraneo. I dati di consumo sembrano indicare che ora le famiglie abbiano ridotto gli alimenti-base di questa dieta italiana. Ci si priva proprio dei cibi più efficaci nella prevenzione delle patologie croniche».

Dagli ultimi risultati legati al progetto Moli-sani, che dal 2005 coinvolge 25 mila persone nella Regione, emerge un'ulteriore osservazione: premesso che è un progetto che studia le abitudini spontanee e naturali della popolazione molisana dai 35 anni in su senza limiti superiori di età su un campione rappresentativo non soltanto della Regione ma del Paese, «si pensava che la dieta mediterranea, compresa la pasta fonte di carboidrati, fosse preclusa ai diabetici. Non è vero. Nel nostro studio, infatti - spiegano i ricercatori - i diabetici che seguono più da vicino la dieta mediterranea muoiono di meno».