Fondazione Gimbe: Inevitabile la serrata di Natale per arginare la terza ondata

Pandemia

Fondazione Gimbe: Inevitabile la serrata di Natale per arginare la terza ondata

di redazione

I numeri della pandemia delle ultime settimane non lasciano dubbi alla Fondazione Gimbe: «Governo e Regioni non possono limitarsi a temere la terza ondata, devono arginarla». E, secondo il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, «la serrata di Natale è l’unica possibilità per non affacciarsi al nuovo anno con ospedali ancora saturi e servizi sanitari che rischiano di andare in tilt per la coincidenza tra riapertura delle scuole, picco dell’influenza e avvio della campagna di vaccinazione anti-Covid».

I dati della settimana che va dal 9 al 15 dicembre, osserva Cartabellotta, «confermano il rallentamento del contagio, documentato dalla riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali, registrata anche in tutte le Regioni, e dal numero dei nuovi casi settimanali. Tuttavia, la netta riduzione di oltre 88 mila casi testati e il rapporto positivi/casi testati stabile finiscono per sovrastimare gli effetti delle misure di mitigazione».

Il bacino degli attualmente positivi si svuota molto lentamente, sottolinea la Fondazione, e in sei Regioni si registra addirittura un aumento rispetto alla settimana precedente. In particolare, dopo il picco del 22 novembre, i casi attualmente positivi sono diminuiti in 24 giorni del 20,8%, con una riduzione media giornaliera dello 0,9%: ma con oltre 667 mila casi attualmente positivi è ancora impossibile riprendere qualsiasi attività di tracciamento.

«Anche sul fronte ospedali – aggiunge dal canto suo Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – l’entità del rallentamento non lascia spazio a grandi entusiasmi».

Infine, continua a salire il numero dei morti: 4.617 nell’ultima settimana, oltre 20 mila nell’ultimo mese e più di 31 mila quelli della seconda ondata dall'1 settembre. Numeri che «catapultano l’Italia al primo posto in Europa per decessi totali da Covid-19, 65.857, e per tasso di letalità, 3,5%».

«Sicuramente le misure restrittive introdotte dal Dpcm 3 novembre 2020 hanno frenato la diffusione del contagio – dice Cartabellotta – ma la lenta e irregolare discesa della curva, unita a un rapporto positivi/casi testati stabile da tre settimane, suggeriscono che le misure di mitigazione abbiano ormai dato il massimo risultato e ora, con le progressive riaperture, verosimilmente la curva prima rallenterà la sua discesa per poi tornare inesorabilmente a salire».

Nello scenario attuale, conclude Cartabellotta, «non è più il tempo di giocare con i colori disorientando la popolazione, ormai stremata psicologicamente ed economicamente dal continuo e imprevedibile tira e molla sino all’ultimo minuto: Governo e Regioni non possono limitarsi a temere la terza ondata, devono arginarla».