Lotta alle allergie alimentari: i medici di base in prima linea

Il meeting

Lotta alle allergie alimentari: i medici di base in prima linea

di redazione

In Europa più di 17 milioni di persone sono affette da allergie alimentari, di cui 3,5 hanno un’età inferiore a 25 anni. L’8 per cento degli allergici rischia di una grave reazione che può condurre anche alla morte. I numeri sono stati diffusi nel corso del 4° Meeting sulle Allergie Alimentari e sull’Anafilassi tenutosi a Roma dal 13 al 15 ottobre, organizzato dall’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (Eaaci) (4th Food Allergy and Anaphylaxis Meeting - Faam). Le allergie alimentari sono in crescita tra i bambini. 

 Nel Regno Unito e in Australia c’è stato un incremento del 700 per cento negli ultimi 12 anni del numero dei bambini di età compresa fra 0 e 14 anni che sono stati ricoverati in ospedale per anafilassi alimentare. 

In Italia i pazienti che soffrono di allergie alimentari di età compresa fra 0 e 18 anni sono  in totale circa 570 mila, di cui 270 mila fra 0 e 5 anni e 180 mila fra 10 e 18 anni. Inoltre, circa 5 mila bambini sotto i 5 anni di età sono a rischio di reazioni alimentari gravi. Tutto ciò comporta costi notevoli alla sanità.

«Il costo sociale delle allergie alimentari - ha detto Antonella Muraro dell’ Azienda Ospedaliera Università di Padova, Presidente di Eaaci e di Faam 2016 - deriva da una serie di spese legate a costi diretti di gestione, per esempio acquisto di farmaci, alimenti senza allergeni, ricovero in ospedale e cure mediche specialistiche, o indiretti, giornate di lavoro o di scuola perse, nonché perdita di produttività. Si stima che il costo per la gestione delle allergie alimentari sia più alto di quello di altre patologie croniche, come il diabete,  e negli  Usa è stimato aggirarsi sui 4.800 dollari all’anno».

L’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica ha redatto delle Linee Guida sulle Allergie Alimentari e Anafilassi (Food Allergy and Anaphylaxis Guidelines), per la cui attuazione ha chiesto la partecipazione dei medici di base, coinvolti tramite la European Association of General Practitioners (Uemo). «I medici di base sono in prima linea nel riconoscimento dei pazienti che soffrono di allergia alimentare - ha dichiarato Alberto Lupo presidente Uemo - e solo rafforzando la collaborazione con questi professionisti della Sanità saremo in grado di identificare rapidamente la patologia e quindi di gestire appropriatamente anche le reazioni allergiche acute». 

Mentre la normativa europea è sempre più preoccupata di proteggere i consumatori, provocando però a volte confusione tra gli acquirenti, la ricerca scientifica sta andando avanti nelle ricerca di soluzioni alle allergie. 

Durante il meeting sono stati presentati i risultati dei trials di immunoterapia per l’allergia a latte vaccino, uovo ed arachide, nonchè le varie opzioni di modulazione della risposta immunitaria nei primi anni di vita e durante la gravidanza. Si è inoltre enfatizzato come la  diversità della  flora intestinale del singolo individuo e l’ interazione con la flora intestinale della madre contribuiscano a plasmare una reazione immunitaria personalizzata agli allergeni alimentari. Il parto cesareo, quindi, prevenendo l’esposizione alla flora microbica vaginale sembra costituire  un  fattore di incremento nella prevalenza delle malattie allergiche.