Oms e Figo: «La tutela della salute materno-infantile diventi una priorità per i leader del G7»

Global Conference on maternal infant health

Oms e Figo: «La tutela della salute materno-infantile diventi una priorità per i leader del G7»

di redazione

Nel mondo circa 26 milioni di donne e ragazze in età riproduttiva vivono in condizioni di emergenza. Dal 2000 al 2015 il numero totale dei migranti internazionali donne è aumentato di oltre 32 milioni, con conseguenze per la loro sicurezza e la loro salute.

Sullo sfondo di questo scenario globale si è svolta la Global Conference on Maternal Infant Health, la conferenza internazionale promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dalla Federazione Mondiale di Ginecologia ed Ostetricia (Figo), sulle condizioni di salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti nel mondo. 

«Le donne sono attori chiave nello sviluppo della società, della salute e del sistema di assistenza del ventunesimo secolo – ha dichiarato Flavia Bustreo, candidata per l’Italia alla Direzione Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal 2010 Vice Direttore Generale OMS per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini -  È necessario che gli Stati favoriscano e tutelino la loro salute in tutto il mondo, riducendo le conseguenze derivanti dalle crisi migratorie e umanitarie. Oltre l’80 per cento dei Paesi in crisi non hanno ancora raggiunto gli obiettivi prefissi a causa di un conflitto recente, di disastri naturali o di entrambi. Per farlo hanno bisogno di adeguati strumenti scientifici, sociali ed economici che la comunità medico-scientifica, lavorando in partnership con gli altri soggetti internazionali, può identificare e condividere con i leader del prossimo G7 affinché il diritto alla salute delle donne e dei bambini  sia una priorità della agende internazionali». 

Durante i tre giorni della conferenza (Firenze 3-6 novembre) sono stati esaminati i dati sulle diseguaglianze tra paesi ricchi ed i più poveri e sull’impatto che le differenze economiche hanno sulla salute e sullo sviluppo delle nuove generazioni.

«Le complicanze che creano problemi anche mortali alle madri e neonati – spiega  Gian Carlo Di Renzo, Segretario Generale Figo - sono note a tutti e non provocano più conseguenze letali nei paesi industrializzati, mentre colpiscono ancora in modo grave dove mancano le infrastrutture necessarie, causando ogni anno la morte di oltre 300 mila giovani donne che partoriscono in condizioni di assoluta mancanza di assistenza e di circa 3 milioni di bambini nati morti. I flussi migratori, l’impatto dei cambiamenti climatici e l’aumento delle malattie non trasmissibili come diabete e obesità rappresentano le nuove emergenze per la salute delle donne in gravidanza e i loro neonati, la fascia di popolazione più debole a cui è necessario dare una risposta attraverso strategie e azioni possibili che agiscano sulla qualità delle cure e sull’assistenza».