Le polveri sottili aumentano il rischio di Alzheimer e Parkinson

Inquinamento

Le polveri sottili aumentano il rischio di Alzheimer e Parkinson

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Immagine: Fredrik Rubensson, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
L'inquinamento atmosferico è significativamente associato a un aumento del rischio di ricoveri ospedalieri per diversi disturbi neurologici, tra cui Parkinson, Alzheimer e altre demenze. Lo studio che ha coinvolto 63 milioni di persone per 17 anni è il più ampio mai condotto finora

Se l’aria che respiriamo fosse più pulita ci sarebbero molti meno casi di Parkinson, Alzheimer e altre forme di demenza. È la conclusione a cui giunge uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health che per il numero delle persone coinvolte e la durata del periodo di osservazione sembra proprio muovere un’accusa fondata alle polveri sottili Pm 2,5: l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di malattie neurodegenerative. 

Gli scienziati hanno raccolto dati sulle ammissioni ospedaliere di più di 63 milioni di cittadini statunitensi over 65 nell’arco di 17 anni. Le informazioni sono state ricavate dal database nazionale delle prestazioni sanitarie assicurate dal Medicare (il programma americano che offre copertura sanitaria alle persone anziane o con particolari condizioni cliniche). L’indagine, che è stata guidata dai ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health in collaborazione con quelli della Emory University  e della Columbia University, è la prima condotta a livello nazionale negli Stati Uniti sull’associazione tra particolato sottile e malattie neurodegenerative e si basa su una gigantesca quantità di dati, non paragonabile a quella di nessun altro studio simile. 

Solo la metodologia utilizzata è la stessa di altre ricerche sul rapporto tra inquinamento e salute. I ricercatori hanno messo a confronto i dati sui ricoveri ospedalieri con l’indirizzo di residenza dei pazienti e il livello di Pm 2,5 registrato nella zona. Scoprendo che a ogni aumento annuale di Pm 2,5 di 5 mg per metro cubo di aria corrisponde un aumento del 13 per cento del rischio di un ricovero ospedaliero per sintomi dovuti al Parkinson, all’Alzheimer o ad altre forme di demenza. 

L’aspetto più preoccupante di questi risultati è che il rischio di deterioramento neurologico resta elevato anche al di sotto dei livelli presumibilmente sicuri di esposizione al Pm2,5, che, secondo gli attuali standard della US Environmental Protection Agency,  corrisponde a 12 μg/m3 o meno.

«Il nostro studio nazionale negli Stati Uniti mostra che gli standard attuali non proteggono abbastanza la popolazione anziana americana, ed evidenzia la necessità di norme e politiche più rigorose che aiutino a ridurre ulteriormente le concentrazioni di Pm2,5 e a migliorare la qualità dell'aria in generale»,  ha affermato Antonella Zanobetti, del Dipartimento di salute ambientale della Harvard Chan School e co-autore senior dello studio.

Le popolazioni più a rischio di entrare in ospedale per problemi legati al Parkinson sono quelle degli Stati orientali, mentre le più esposte al rischio di Alzheimer sono quelle del Midwest. 

I dati di questo studio confermano la fondatezza di un sospetto emerso già da tempo: la prolungata esposizione alle polveri sottili può danneggiare il cervello. Non è un caso che nell’ultimo rapporto della Lancet Commission sulla prevenzione, l'intervento e la cura della demenza, l’inquinamento atmosferico sia stato inserito come uno dei fattori di rischio modificabili per questo tipo di patologia.