Salute mentale: ancora presenti i pregiudizi infondati

L’indagine

Salute mentale: ancora presenti i pregiudizi infondati

di redazione

È molto più diffusa di quanto si pensi, molto più pericolosa e dolorosa. Ma sarebbe anche molto più curabile se fosse affrontata nei tempi e nei modi adeguati. La malattia psichica, in particolare tra i giovani, è trascurata, poco visibile, ma pronta esplodere nelle forme più tragiche. 

È quanto emerge dall’anticipazione dei risultati della ricerca nazionale sulla salute mentale realizzata dalla BVA DOXA per il Festival della Salute Mentale RO.MENS per l’inclusione sociale e il pregiudizio, organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Roma 2, con il patrocinio di Roma Capitale e della RAI, che si terrà la prossima settimana dal 26 settembre al 2 ottobre. 

Dall’indagine emerge che l’80 per cento della popolazione afferma di aver avuto modo di relazionarsi con persone che hanno disturbi mentali, più o meno gravi. Oltre la metà della popolazione (65%) ritiene che le persone con disturbi mentali siano pericolose per sé, quasi la metà (48%) le considera pericolose anche per gli altri. Molti associano il disturbo mentale a comportamenti violenti (55%), alla mancanza di rispetto delle regole sociali condivise (49%), alla mancata autonomia sul lavoro (46%). Un quadro negativo che non è suffragato da evidenze scientifiche statistiche, che rappresenta un ostacolo verso i percorsi terapeutico-riabilitativi e di inclusione sociale, dalla ricerca di abitazioni e di lavoro ai rapporti emotivi e relazionali.

La stragrande maggioranza degli italiani (81%) ritiene che le persone con disturbi mentali non dovrebbero essere isolate dagli altri ed esclusi dalla collettività. Il disturbo psichico però è ancora un tabù: il 78 per cento preferisce parlarne solo in famiglia, non con amici e conoscenti. Il 22 per cento si vergogna a parlarne e preferirebbe non parlarne con nessuno. Due terzi della popolazione (66%) ritiene che la malattia mentale possa essere curata e un terzo no (34%). Un dato positivo anche se la fiducia nei trattamenti in salute mentale dovrebbe diventare più alta, stante la possibilità di psicofarmaci e di psicoterapie efficaci, oltre che di percorsi di riabilitazione sociale con una soddisfacente qualità della vita.