La sanità che vogliamo: le cure orientate dalle donne. Dall'Anaao Assomed un progetto per il Programma Next Generation Eu

La proposta

La sanità che vogliamo: le cure orientate dalle donne. Dall'Anaao Assomed un progetto per il Programma Next Generation Eu

di redazione

Un elenco di priorità declinate al femminile che suggeriscono cambiamenti strutturali in sanità nel rispetto di chi lavora sul campo, analizzando le carenze e prospettando percorsi realistici per sostenere le nuove generazioni. Il tutto in un libro destinato a chi voglia condividere e fare proprie le riflessioni e proposte per sperimentare nuovi modelli improntati al femminile.

Questo è, in sintesi, “La sanità che vogliamo. Le cure orientate dalle donne”, progetto inviato al Programma Next Generation EU, le cui artefici sono le mediche e dirigenti sanitarie dell’Anaao Assomed che, insieme ad altre professioniste (architette, psicologhe, economiste, filosofe, giornaliste), hanno inquadrato l’ospedale, la città, il quartiere, i trasporti, il verde, le difficoltà di comunicazione fra i territori, cioè il “governo” con cui si dovrebbe ri-costruire la salute del futuro. Il libro (edito da Moretti&Vitali) è stato presentato on line giovedi 1 aprile.

«Dopo la prima fase di lockdown, come professioniste in Medicina – commenta Sandra Morano, coordinatrice dell’Area Formazione femminile dell’Associazione e curatrice del libro - abbiamo discusso le nostre esperienze, analizzato le criticità dei presìdi e delle organizzazioni nelle singole realtà, alzato infine lo sguardo sulla necessità di cambiare il modello di governo della salute nella sua interezza, e non a compartimenti stagni. Per questo abbiamo lavorato a livello interdisciplinare con professioniste che si occupano di trasformare anche altri contesti: architette, psicologhe, economiste, filosofe, giornaliste». La pandemia - prosegue Morano - «ha mostrato tutti i limiti di un sistema che ha mortificato il Servizio sanitario nazionale e lasciato ai margini l’approccio femminile alla cura. Oltre ai danni arrecati da anni di Sanità bancomat, l’inefficacia delle direzioni, l’inutilità delle piramidi dirigenziali, l’assenza di uno sguardo lungo da parte della politica. E le immagini da scenari bellici, le bare scortate dall’esercito, le case di riposo usate come reparti post intensivi, il balletto penoso dello scaricabarile, la ricerca di scudi penali nelle retrovie, le susseguenti fasi di annunci e fumo negli occhi, hanno fatto misurare in chilometri e in anni la distanza della realtà dai decisori politici e amministrativi».

«Noi lavoratrici del Ssn, non ci fidiamo più. Nell’illusorio abbraccio col liberismo imperante, senza creatività né etica, a una classe dirigente caratterizzata dall’assenza di uno sguardo femminile è mancato, e manca tuttora, il coraggio di una visione olistica della cura. E nonostante l’infaticabile impegno del ministro Speranza, ancora non appaiono in agenda le premesse per un necessario cambio di rotta nel settore da cui più dipende la vita del Paese. Quello che la pandemia ha evidenziato, assieme ai limiti di un intero sistema, è, in ultimo – conclude Morano - la necessità di avviare una radicale trasformazione, di ripartire nell’unico modo possibile, e cioè tornando alle competenze, ma arricchite dall’apporto della differenza».