Online la mappa delle strutture che in Italia trattano malattie rare

L'iniziativa

Online la mappa delle strutture che in Italia trattano malattie rare

di redazione

Le strutture sanitarie che in Italia trattano almeno una malattia rara sono 155: il 55,5% è situato al Nord, il 20% al Centro e il 24,5% al Sud. Sono invece 66 i centri certificati ERN (Reti Europee di Riferimento).

Per aiutare i pazienti a individuare le strutture alle quali rivolgersi, il portale www.doveecomemicuro.it ha realizzato una mappa presentata in una conferenza stampa a Roma lunedì 24 giugno.

Sulla scorta delle numerose richieste di informazioni da parte dei cittadini raccolte negli ultimi sei anni, cioè da quando è nato il portale, un gruppo di lavoro dedicato ha associato a un elenco di malattie rare i rispettivi centri di riferimento, con la specifica se trattano bambini, adulti o entrambi. Il tipo di assistenza, infatti, cambia a seconda che il paziente sia pediatrico o adulto. «Questi dati, come tutti quelli che riguardano le malattie rare, sottoposte a un lavoro di standardizzazione, derivano da diverse fonti assolutamente affidabili: l'Istituto superiore di sanità - Centro nazionale malattie rare, il ministero della Salute, Orpha.net, Orphadata, i portali delle strutture sanitarie, i siti web delle Reti europee di riferimento (ERN) e la Federazione italiana malattie rare Uniamo» ricorda Walter Ricciardi, professore di Igiene e medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma e coordinatore del comitato scientifico di Dove e Come Mi Curo.

Per i pazienti poter contare su un centro e non solo su un singolo medico può fare la

differenza per diversi motivi. «Innanzitutto perché - dice Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo Fimr Onlus (Federazione italiana malattie rare) - oggi la tendenza è quella di affrontare le malattie, a maggior ragione quelle rare, in una logica multidisciplinare».

Le Associazioni di pazienti, «facendo sentire la loro voce, hanno contribuito a focalizzare l'attenzione sui malati rari. Grazie a loro – sottolinea Teresa Petrangolini, direttore del Patient Advocacy Lab, della Cattolica di Roma - sono stati raggiunti importanti traguardi. L'aggancio con la dimensione internazionale, in particolare, ha dato forza alle loro battaglie. Molti genitori che si sono trovati a girare il mondo in cerca di risposte per i propri figli hanno colto l'importanza di fare rete a livello europeo. L'avvio degli ERN, in questo contesto, rappresenta un grande passo avanti – aggiunge - perché permette lo scambio di informazioni tra i diversi Paesi agevolando la vita delle famiglie dei malati rari».