Autismo: rischio ricovero più alto per bambini esposti a livelli elevati di inquinamento

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Autismo: rischio ricovero più alto per bambini esposti a livelli elevati di inquinamento

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Immagine: Beavi, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
L’aumento nell’aria delle sostanze inquinanti, PM 2,5, biossido di azoto e ozono, è associato a un aumento dei ricoveri ospedalieri per autismo, soprattutto dei maschi. Anche l’esposizione a breve termine, giorni o settimane, può aumentare il rischio di finire in ospedale

Respirare aria inquinata fa male a tutti i bambini. Ma per un bambino autistico i danni possono essere immediati e più specifici rispetto alle conseguenze a lungo termine osservate nella popolazione pediatrica generale. L’esposizione anche per breve tempo alle polveri sottili aumenta il rischio di ricovero in ospedale perché può scatenare attacchi acuti di iperattività, aggressività, autolesionismo che richiedono l’intervento medico.  È quanto suggerisce uno studio coreano pubblicato sul British Medical Journal che fornisce nuove prove dell’associazione tra l’inquinamento atmosferico e il peggioramento dei sintomi del disturbo dello spettro autistico. La novità consiste nell’aver dimostrato che l’effetto può essere a breve termine: bastano pochi giorni o settimane di esposizione all’aria inquinata perché un bambino, soprattutto se maschio, aumenti il rischio di finire in ospedale. 

Gli effetti negativi dell’inquinamento sui bambini con autismo non sono inaspettati e dipendono probabilmente dalla presenza di una componente neuroinfiammatoria nel disturbo del neurosviluppo. L’infiammazione  è confermata dal fatto che i farmaci, gli integratori o le diete specifiche con azione antinfiammatoria sono in grado di migliorare i sintomi. 

Gli studi precedenti si erano concentrati sull’esposizione prolungata all’inquinamento delle donne in gravidanza e dei neonati, ma non avevano analizzato gli effetti a breve termine delle sostanze inquinanti inalate dai bambini con autismo. 

La nuova indagine si è occupata invece proprio di quest’ultimo aspetto. I ricercatori hanno attinto ai dati ufficiali del governo sui ricoveri ospedalieri giornalieri per autismo dei bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni tra il 2011 e il 2015. E li hanno confrontati con i livelli giornalieri nazionali di particolato fine (PM2,5), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3) in ciascuna delle 16 regioni della Repubblica di Corea per un massimo di sei giorni.

Il numero medio giornaliero di ricoveri ospedalieri per autismo durante il periodo di studio era di 8,5 bambini ed era molto più alto per i maschi (7) che per le femmine (1,6).

L'analisi dei dati ha mostrato che l'esposizione a breve termine a PM2,5, NO2 e O3 era associata a un aumentato rischio di ricovero ospedaliero per autismo e che i ragazzi avevano una probabilità maggiore di finire in ospedale rispetto alle ragazze. 

Ogni aumento di 10 µg/m3 dei livelli di PM2,5 era associato a un aumento del 17 per cento del rischio di ammissione in ospedale per autismo. 

Un incremento di 10 parti per miliardo di biossido di azoto era associato a un aumento del rischio di ricovero del 9 per cento. Con un incremento equivalente di ozono le probabilità di ricovero salivano del 13 per cento. I tre inquinanti insieme facevano aumentare le probabilità di ammissione in ospedale del 29 per cento. Il biossido di azoto è la sostanza con il maggiore effetto negativo.  

«Questo studio suggerisce che l'esposizione a breve termine all'inquinamento atmosferico influisce sull'aggravamento dei sintomi del disturbo dello spettro autistico, con una maggiore evidenza tra i ragazzi che tra le ragazze. Questi risultati sottolineano che la riduzione dell'esposizione all'inquinamento atmosferico dovrebbe essere presa in considerazione per la gestione dei sintomi dell’autismo, con importanti implicazioni per la qualità della vita e i costi economici», concludono i ricercatori.