Orario di lavoro, dai sindacati no a contrattazioni decentrate

Sanità

Orario di lavoro, dai sindacati no a contrattazioni decentrate

di redazione

Regioni, Province autonome ed enti del Ssn non emanino regolamentazioni difformi rispetto alla normativa europea sull’orario di lavoro e sui riposi dei dirigenti medici. È in questi termini la diffida che i sindacati della dirigenza medica e sanitaria Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fesmed, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici, Fassid, hanno inviato loro, ricordando che non è possibile nemmeno intervenire con contrattazioni decentrate regionali o aziendali. Un'analoga diffida è stata inviata da Anaao e Fassid anche per quanto riguarda la rispettiva rappresentanza sindacale dei dirigenti sanitari.

Dal 25 novembre 2015 il lavoro di tutti i medici dipendenti pubblici e privati dovrà essere riorganizzato in modo da adeguarsi integralmente alla normativa europea sugli orari di lavoro e sui riposi, conseguentemente all’applicazione della Legge 161/2014. «Per un intero anno – sostengono i sindacati - le Istituzioni competenti hanno ignorato il problema, continuando senza riguardo a operare tagli indiscriminati di personale. Oggi, all’ultimo minuto, come ormai è prassi di una gestione politica costantemente emergenziale del Ssn, assistiamo a uno scaricabarile a cascata dal livello nazionale a quello regionale e da questo a quello aziendale».

Tutto questo, secondo le organizzazioni firmatarie della diffida, «si traduce nel rischio inaccettabile di far ricadere le responsabilità di tali incapacità organizzative, e dei conseguenti disservizi a danno dei cittadini, sui soliti capri espiatori delle inefficienze del Ssn: i lavoratori dipendenti, in particolare i dirigenti medici e sanitari, il cui inquadramento dirigenziale aveva condotto, nel nostro Paese, a escludere in modo surrettizio dalle tutele lavorative europee. Ma dai dirigenti medici e sanitari, e dalle loro rappresentanze sindacali, non si può pretendere – concludono - che le suddette responsabilità non vengano rispedite al mittente».