Un protocollo per promuovere il benessere psico-fisico nei contesti urbani
Promuovere la salute nei contesti urbani e nelle città, studiarne e approfondirne i determinanti e fare leva su di essi per escogitare strategie che possano migliorare gli stili di vita e il benessere del cittadino.
Sono questi gli scopi del protocollo d'intesa siglato giovedì 16 marzo tra Intergruppo parlamentare Qualità di vita nelle città, sport, salute e benessere in ambito urbano, C14+, Health City Institute e Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi (Cnop).
Il protocollo prevede un impegno comune per favorire, tra l'altro, l’integrazione tra servizi sanitari, servizi sociali, servizi culturali e ricreativi nelle città, per migliorare la sostenibilità del sistema sanitario, promuovere l’analisi dei determinanti sociali, economici e ambientali e dei fattori di rischio che hanno un impatto sulla salute nelle città, con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali, delle università, degli istituti di ricerca e delle aziende sanitarie; collaborare attivamente per ridurre l’aumento delle vulnerabilità e fragilità psicologiche dovute all’impatto dell’urbanizzazione sugli individui e sulla comunità.
In particolare, con la firma del protocollo il Cnop si impegna «a promuovere linee di indirizzo, di coordinamento e di supporto delle attività presso i propri associati e le rappresentanze regionali e favorire la più efficace sinergia tra psicologi e Comuni per rafforzare lo sviluppo della qualità ed efficacia dei servizi di integrazione sociosanitaria e socioassistenziale nazionale e locale e promuovere iniziative di studio e formazione nel campo dell’Urban Health».
«Il tema della salute delle città e dei cittadini è centrale da un punto di vista di sanità pubblica – sottolinea Andrea Lenzi, presidente di Health City Institute e del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita della Presidenza del Consiglio dei ministri - ma non solo. Il termine “healthy city”, coniato dall’Organizzazione mondiale della sanità, descrive, infatti, non una città che ha raggiunto un particolare livello di salute pubblica, ma una città che è conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, quindi, mette in atto politiche chiare per tutelarla e migliorarla».
I Comuni, «sono chiamati ad attrezzarsi – avverte Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, a margine della firma del protocollo - per far fronte a nuove esigenze e richieste di aiuto da parte dei cittadini».
«Il mondo sta fortunatamente uscendo da una crisi globale legata alla pandemia che ha esacerbato disuguaglianze e vulnerabilità – osserva Daniela Sbrollini, presidente dell'Intergruppo parlamentare e vicepresidente della Commissione Affari sociali del Senato - ma è tuttora nel pieno di un’altra grave crisi, climatica. Solo coinvolgendo e integrando società civile, Istituzioni, esperti di ogni aspetto accademico e scientifico è possibile portare concretamente un cambiamento che veda al centro delle politiche pubbliche la qualità di vita del singolo cittadino».
Per promuovere la qualità della vita e della salute nelle città «è importante tener conto di un approccio di sistema nel quale la psiche è fondamentale» sostiene David Lazzari, presidente del Cnop. «Le scelte relative alle politiche per le città, gli ambienti, spazi, infrastrutture, servizi – prosegue - devono tener conto del ruolo della dimensione psicologica nella vita delle persone e della Comunità. Dobbiamo mettere al centro la logica della promozione: delle risorse adattive, delle competenze di vita, della resilienza. Non si può pensare a risposte solo riparative – conclude - ma di prevenzione, e non c’è vera prevenzione senza una promozione delle risorse.