Medicina senza frontiere per favorire conoscenza, formazione e ricerca

Sanità e integrazione

Medicina senza frontiere per favorire conoscenza, formazione e ricerca

di redazione

La sanità è uno strumento di cooperazione che favorisce la conoscenza tra i popoli, le culture e le religioni e il loro avvicinamento. Con questa premessa l'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), la Confederazione internazionale unione medica euro-mediterranea (Umem), le Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e il movimento internazionale "Uniti per unire" con le realtà aderenti, hanno siglato l'11 aprile un protocollo di intesa con la Saint Camillus International University of Health Sciences (UniCamillus) di Roma.

Tra i principali punti dell'accordo siglato da Foad Aodi, medico fisiatra, fondatore di Amsi e Umem e presidente di Uniti per Unire, e Gianni Profita, Rettore di UniCamillus si trovano la promozione dell'attività congiunta e l'offerta formativa dell'Ateneo nei Paesi arabi, africani, euromediterranei e sudamericani; la ricerca scientifica sulle patologie più emergenti; il sostegno alla cooperazione internazionale e allo scambio socio-sanitario, i gemellaggi, gli stage e l'uso della telemedicina; la progettazione, sviluppo ed erogazione di corsi e conferenze di carattere scientifico per l'aggiornamento professionale.

«È un accordo molto importante che rafforza la nostra missione per la costruzione di ponti di dialogo interculturale e interreligioso tra l'Italia e i nostri Paesi di origine» dichiara Foad Aodi. «In questo modo - aggiunge - viene valorizzata la medicina come strumento di cooperazione internazionale, di dialogo e conoscenza tra i popoli». Foad Aodi ricorda che negli anni Settanta, Ottanta e Novanta l'Italia era la meta di studio preferita dagli studenti provenienti dai Paesi arabi, africani e sudamericani, come dimostrano i 62 mila professionisti della sanità che lavorano oggi nel nostro Paese. Ma negli ultimi cinque anni «abbiamo riscontrato una diminuzione degli studenti non comunitari del 70%» prosegue «a causa dei restrittivi esami di ammissione all'Università e per il carovita in Italia».

UniCamillus ha «l'ambiziosa missione di portare la sanità al centro del dialogo tra le Nazioni» dice Profita. ««La salute non ha colore politico – aggiunge - e ancora meno colore della pelle. È un valore assoluto per il quale il Nord e il Sud del mondo devono impegnarsi senza sosta. Gli studenti dell’Università proverranno da molti Paesi del pianeta che spesso sono in guerra tra loro. Non vediamo l’ora di vederli seduti gomito a gomito intenti a prendere appunti di chimica e anatomia. Saranno gli stessi che tra pochi anni dialogheranno anche per costruire migliori relazioni. E ci piace pensare – conclude il rettore - che lo faranno nella lingua italiana che inevitabilmente impareranno nelle aule del nostro Ateneo di Roma».