Sclerosi multipla. Nuovi dati su terapia con ozanimod: contrasta l’atrofia cerebrale e limita la disabilità
Limitare il più possibile la disabilità nella sclerosi multipla è uno dei principali obiettivi dei farmaci, visto che dalla malattia non si può guarire del tutto. Ozanimod, nuova terapia orale per la sclerosi multipla, come ha dimostrato dagli studi registrativi è in grado di prevenire l’atrofia celebrale è una delle conseguenze più nefaste della patologia e ha dimostrato un vantaggio del 30 per cento nel ridurre la perdita di volume celebrale rispetto all’interferone Beta 1a. È quanto emerso oggi in una conferenza stampa on line, promossa da Bristol Myers Squibb, sulle principali evidenze riguardanti la terapia orale.
«La sclerosi multipla è una patologia autoimmune in cui il nostro sistema immunitario attacca la guaina mielinica che ricopre i nervi. In particolare, la forma recidivante-remittente, la più frequente al momento della diagnosi, si distingue per l’alternanza di fasi, della durata imprevedibile, caratterizzate dall’insorgenza di deficit neurologici improvvisi e fasi di remissione completa o parziale. Si manifesta in modo eterogeneo in base anche all’entità e alla sede dell’infiammazione. Le ricadute della malattia, legate a nuovi attacchi da parte del sistema immunitario alla mielina, determinano sia una disfunzione fisica sia una situazione di instabilità emotiva. Inoltre, a questi attacchi “esterni” può associarsi un’infiammazione “interna” al sistema nervoso centrale (definita “compartimentalizzata” e più difficile da evidenziare) che è talora associata a deficit cognitivi; questi ultimi, subdoli nell’instaurarsi e molto invalidanti, sono presenti in una percentuale significativa di persone prima che compaiano i sintomi clinici più eclatanti della malattia, a volte anche anni prima», spiega Paola Cavalla, responsabile Centro Sclerosi Multipla, S.C. Neurologia 1 D.U., Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino.
Nel corso della conferenza stampa sono presentati e discussi gli ultimi dati su ozanimod emersi al 9°Meeting ECTRIMS-ACTRIMS che si è svolto di recente a Milano.
Il farmaco, un modulatore del recettore della sfingosina-1-fosfato (S1P), che si lega selettivamente ai sottotipi 1 e 5 del recettore della sfingosina-1-fosfato è indicato per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente in fase attiva, che rappresenta circa l’85 per cento di tutti i casi. Secondo una analisi preliminare dello studio ENLIGHTEN ancora in corso il 47 per cento dei pazienti con malattia recidivante, dopo un anno di trattamento, ha ottenuto un miglioramento clinico significativo delle funzioni cognitive.
«La terapia ha dimostrato un buon profilo di efficacia e sicurezza nel lungo termine. Gli ultimi dati a otto anni di trattamento evidenziano come il 76 per cento dei pazienti sia libero da progressione della disabilità e l’87 per cento non presenti attività di progressione indipendente dalle recidive (PIRA), entrambi indicatori di progressione di malattia e di disabilità permanente nella sclerosi multipla. Ozanimod, quindi, rappresenta sempre più un’opzione terapeutica importante, come dimostrano le ultime evidenze scientifiche, per ridurre sia l’infiammazione che l’atrofia cerebrale con conseguente rallentamento della progressione di malattia e miglioramento delle funzioni cognitive, dimostrando, al contempo, un buon profilo di sicurezza e tollerabilità per il paziente nel lungo termine», sostiene Eleonora Cocco, professoressa ordinaria di Neurologia presso l’Università di Cagliari e Direttrice della SC Centro Sclerosi Multipla, Ospedale Binaghi, ASL Cagliari.