In prima linea contro il tumore del colon-retto

In prima linea contro il tumore del colon-retto

di Michele Musso
<h4>Grazie a farmaci sempre più “intelligenti” e a strumenti per individuare i bersagli “giusti”, oggi è possi

Le persone colpite da tumore del colon-retto possono oggi beneficiare di un test immediatamente dopo la diagnosi della patologia, per verificare lo stato del Kras del loro tumore. Questo permetterà di individuare sin dall’inizio la terapia più appropriata e quindi migliorare i risultati complessivi a lungo termine. Il Kras è un gene che codifica per una proteina che gioca un ruolo chiave nel processo di sviluppo e progressione del tumore. Si possono identificare diversi tipi di geni Kras nei tumori, che possono codificare o una proteina Kras normale, non mutata (detta wild type), oppure una proteina anomala (Kras mutato). Nei tumori metastatici del colon retto circa il 60% dei pazienti presenta un processo caratterizzato da un gene Kras wild type; mentre il restante 40% si caratterizza per una versione mutata del gene.

Studi recenti hanno dimostrato che i pazienti colpiti da tumore del colon-retto con Kras wild-type, se trattati in prima linea con Cetuximab possono beneficiare di un tasso di risposta pari a oltre il 60% e di un abbattimento di oltre il 40% del rischio di progressione del tumore. Nei pazienti trattati con cetuximab e chemioterapia, una riduzione precoce del tumore si associa infatti a un miglioramento dei risultati a lungo termine, soprattutto dal punto di vista della sopravvivenza. Inoltre, la riduzione della massa tumorale ottenibile con questo trattamento in prima linea può rendere operabile un tumore che prima non lo era e consentire così l’asportazione delle metastasi al fegato, con maggiori possibilità di cura per i pazienti.

«Il test del Kras – ha spiegato Carlo Barone, direttore dell’Oncologia medica dell’Università Cattolica di Roma, in un incontro oggi nella Capitale – rappresenta ormai una prassi sempre più diffusa nella neoplasia metastatica del colon retto Bisogna però segnalare che in Italia, la risposta al test del Kras arriva ancora con notevole ritardo: mediamente i tempi di attesa superano le tre settimane e questo è un periodo troppo lungo, che rischia di compromettere la possibilità di scegliere la terapia più adatta al paziente. È necessario quindi individuare azioni efficaci e abbreviare i tempi di consegna dei risultati del test del Kras al medico oncologo».

Un paziente su quattro scopre il tumore solo quando si è già diffuso ad altri organi. In questi pazienti è ancora più importante eseguire il test in tempi brevi per definire la terapia più appropriata. Dall’indagine European Biomarker Survey effettuata da The Research Partnership nel 2010 emerge che oggi circa il 64% dei medici oncologi italiani procede alla determinazione dello stato dell’oncogene Kras nei pazienti colpiti da tumore metastatico del colon retto. Il che significa che la terapia personalizzata si sta affermando sempre di più, anche se siamo ancora lontani dagli standard desiderati, che garantirebbero a tutti i pazienti l’accesso alla terapia più adatta al loro tumore.

«La tempestività nell’effettuare il test del Kras e la velocità di risposta rappresentano gli elementi chiave per iniziare al più presto il percorso terapeutico – ha sottolineato Fortunato Ciardiello, Professore di Oncologia medica della Seconda Università di Napoli – e cetuximab ha dato un forte contributo nel migliorare il trattamento del tumore metastatico del colon retto. Come ribadito all’Asco Gastrointestinal 2011 di San Francisco questo contributo è evidente in termini di riduzione della massa tumorale e sopravvivenza dei pazienti. Con cetuximab associato a chemioterapia – ha concluso Ciardiello - è stato osservato che una riduzione precoce del tumore si associa a un miglioramento dei risultati a lungo termine, soprattutto dal punto di vista della sopravvivenza».