Il caldo record ha fatto 61mila morti in Europa lo scorso anno

L’analisi

Il caldo record ha fatto 61mila morti in Europa lo scorso anno

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Immagine: Geralt, CC0, via Wikimedia Commons
di redazione
Le temperature record dell’estate 2022 hanno causato 61mila morti premature. Il maggior numero di decessi attribuibili al caldo è stato registrato in Italia. Ma a differenza di quanto accaduto nel 2003, quando i morti per il clima rovente sono stati 70mila, questa volta lo scenario era prevedibile

In Italia 18mila, in Spagna 11mila, in Germania 8mila. In tutta Europa 61mila. Sono tante le persone morte a causa del caldo tra maggio e settembre del 2022, i mesi più caldi di sempre che i Paesi europei abbiano mai conosciuto. 

I dati sono nuovi ma non del tutto inattesi. L’eccesso di mortalità della scorsa estate non era infatti sfuggito a Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, che nel suo usuale monitoraggio aveva già registrato un considerevole aumento dei decessi rispetto a quelli attesi. La responsabilità delle temperature da record veniva data per scontata ma non era ancora stata esattamente quantificata. 

Ora, grazie a uno studio del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal) in collaborazione con il French National Institute of Health (Inserm), si conosce con precisione il numero dei morti attribuibili al caldo eccessivo dell’estate del 2022.  

Secondo i calcoli dei ricercatori, pubblicati su Nature Medicine, tra il 30 maggio e il 4 settembre del 2022, le temperature bollenti hanno causato 61.672 morti in Europa, il numero più vicino a quello record dell’estate del 2003 quando i morti attribuiti al caldo erano sono stati 70mila. 

Per effettuare la stima, gli scienziati hanno messo a confronto i dati della mortalità e quelli della temperatura registrati tra il 2015 e il 2022 in 35 Paesi europei con una popolazione complessiva di 543 milioni di persone. 

Nell’estate del 2022 il caldo non ha dato tregua: le temperature sono rimaste costantemente al di sopra della media in ogni settimana dell’intera stagione. La Francia è stato il Paese europeo più rovente con 2,43°C sopra i valori medi del periodo 1991-2020, seguita da Svizzera (+2,30°C), Italia (+2,28° C), Ungheria (+2.13°C) e Spagna (+2.11°C).

Il picco di calore si è registrato tra metà luglio e metà agosto quando anche le morti per il caldo hanno raggiunto la quota massima: 39mila decessi tra l’11 luglio e il 14 agosto. 

In termini assoluti, il maggior numero di morti attribuibili al caldo durante l’intera estate del 2022 si è registrato in Italia con 18mila decessi. Segue la Spagna con 11mila e la Germania con 8mila. 

L’Italia resta in cima alla classifica anche quando si passa all’analisi del tasso di mortalità correlato al caldo, con 295 decessi per un milione di abitanti. La media europea è di 114 morti per milione e gli altri Paesi più colpiti sono la Grecia con 280 morti per milioni e la Spagna con 237. 

I dati divisi per sesso ed età mostrano un aumento particolarmente evidente della mortalità nelle fasce di età più anziane, e soprattutto nelle donne: tra gli under 65 si stimano 4.822, tra i 65 e i 79 anni 9.226 e 36.848 tra gli over 79.  Le donne hanno un tasso di mortalità del 63 per cento superiore a quello degli uomini, con un totale di 35.406 morti premature nelle donne (145 decessi per milione), rispetto a una stima di 21.667 decessi negli uomini (93 decessi per milione). 

La maggiore vulnerabilità delle donne al caldo emerge nell’analisi complessiva ma è particolarmente marcata nella popolazione over 80, dove il tasso di mortalità femminile è superiore del 27 per cento a quello degli uomini. Al contrario, il tasso di mortalità maschile è più alto del 41 per cento nella fascia di età inferiore ai 65 anni e del 13 per cento in quella tra i 65 e i 79 anni.

A differenza di quanto accaduto nel 2003, il caldo della scorsa estate era prevedibile sulla base dell’andamento delle temperature degli ultimi decenni e con le opportune strategie di adattamento molte morti si sarebbero potute evitare, fanno notare i ricercatori. 

«L’estate del 2003 è stata un fenomeno eccezionalmente raro, anche tenendo conto del riscaldamento antropogenico osservato fino ad allora. Questa eccezionalità ha messo in luce la mancanza di piani di prevenzione e la fragilità dei sistemi sanitari nel far fronte alle emergenze climatiche, a differenza di quanto ci si sarebbe aspettato negli anni successivi. Al contrario, le temperature registrate nell'estate del 2022 non possono essere considerate eccezionali, nel senso che avrebbero potuto essere previste sulla base della serie di temperature degli anni precedenti  che mostrano che il riscaldamento ha subito un'accelerazione nell'ultimo decennio»,  spiega Joan Ballester Claramunt, ricercatrice presso ISGlobal, prima autrice dello studio. 

L’Europa, con 1°C in più rispetto alla media globale, è il continente più colpito dal riscaldamento. Secondo le stime dei ricercatori, in mancanza di strategie efficaci di adattamento il continente dovrà affrontare una media di oltre 68mila morti premature ogni estate entro il 2030 e oltre 94mila entro il 2040.

«Il fatto che più di 61.600 persone in Europa siano morte per stress da caldo nell'estate del 2022, anche se, a differenza del 2003, molti Paesi disponevano già di piani di prevenzione, suggerisce che le strategie di adattamento attualmente disponibili potrebbero non essere ancora sufficienti», afferma Hicham Achebak, ricercatore presso Inserm e ISGlobal, tra gli autori dello studio.