Venti giorni di cura in due anni (che ne valgono quattro). Per i pazienti con sclerosi multipla arriva cladribina

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Venti giorni di cura in due anni (che ne valgono quattro). Per i pazienti con sclerosi multipla arriva cladribina

di redazione

Dieci compresse il primo anno, altre dieci il secondo. E poi nient'altro per due anni ancora. Contraddicendo l'assunto per cui un medicinale funziona soltanto per il periodo in cui si assume, è questo lo schema di clabridrina in compresse, appena ammesso dall'Aifa, la nostra Agenzia del farmaco, alla rimborsabilità dal Ssn per la sclerosi multipla recidivante.

«Dopo un lungo viaggio durato oltre dieci anni, anche i pazienti avranno finalmente a disposizione una nuova opzione terapeutica – commenta Giancarlo Comi, professore di Neurologia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore dell'Istituto di Neurologia sperimentale all'ospedale San Raffaele - che rappresenta il primo trattamento orale per la forma recidivante di sclerosi multipla a elevata attività e che, grazie al suo particolare meccanismo d’azione, consente una somministrazione per massimo dieci giorni all’anno in un arco temporale di due anni e con i due anni successivi liberi da trattamento».

L’approvazione di cladribina compresse si basa su studi che hanno coinvolto più di 2 mila pazienti. «Si tratta di numeri importanti – assicura Diego Centonze, professore di Neurologia, all'Università di Roma Tor Vergata e responsabile della Neurologia al Neuromed di Pozzilli (Isernia) - che consentono di avere un profilo di sicurezza ben definito e rappresentano sicuramente un valore aggiunto di questo trattamento».

A due anni di trattamento con cladribina compresse, quattro pazienti su cinque rimangono liberi da ricadute, nove su dieci rimangono liberi da progressione di disabilità e quasi la metà non evidenza di attività di malattia.

Lo schema terapeutico del farmaco, assicura Francesco Patti, professore di Neurologia dell’Università di Catania, «può facilitare l’aderenza alla terapia del paziente, con conseguente riduzione dei rischi di progressione della disabilità e di recidive. A questa modalità di somministrazione particolarmente comoda, si aggiunge un minore burden di monitoraggio per questa terapia: sono necessarie cioè meno visite mediche e meno esami clinici, con indubbi vantaggi sia per il paziente che per il Centro che lo ha in carico».

Inoltre cladribina compresse, con somministrazioni e monitoraggi meno frequenti, «può consentire al paziente di gestire al meglio la propria quotidianità ottenendo una migliore qualità di vita» sottolina Maria Trojano, professore di Neurologia all'Università di Bari e direttore ella Clinica neurologica al Policlinico del capoluogo pugliese.

La rimborsabilità «è un premio al nostro impegno – dice Antonio Messina, a capo del business farmaceutico di Merck in Italia - e alla nostra fiducia nel valore terapeutico di questo farmaco. Ma la presenza più che ventennale di Merck nella sclerosi multipla non si limita all’offerta di soluzioni terapeutiche all’avanguardia. Da sempre promuoviamo iniziative e progetti volti a fare una reale differenza nella vita dei pazienti e delle persone che li assistono».

Proprio in quest’ottica, Merck presenta anche Adveva, programma rivolto al paziente in trattamento con cladribina compresse, sviluppato per aiutarlo nella gestione del trattamento prescritto dallo specialista e per fornire ulteriori informazioni per vivere al meglio nonostante la malattia.