Roma come New York: analisi genetiche dimostrano che 2mila anni fa la città eterna era una metropoli cosmopolita

Il ritratto

Roma come New York: analisi genetiche dimostrano che 2mila anni fa la città eterna era una metropoli cosmopolita

di redazione
Ai tempi dell’impero, la città contava 1 milione di abitanti. Moltissimi avevano origini straniere, per lo più orientali. Nel Dna di Roma c’è traccia delle migrazioni che hanno contribuito alla sua grandezza. Allo studio in copertina su Science hanno partecipato ricercatori della Sapienza

L’antica Roma era come New York, una città cosmopolita abitata da popoli di differente provenienza. È quanto dimostra uno studio sul Dna degli abitanti della città eterna che si è guadagnato la copertina di Science. La ricerca è stata condotta da un team internazionale coordinato da Alfredo Coppa, antropologo fisico dell'università Sapienza di Roma, Ron Pinhasi, antropologo dell'università di Vienna, e da Jonathan Pritchard, genetista e biologo dell'università americana di Stanford. «Per la prima volta uno studio di così vasta portata è applicato alla capitale di uno dei più grandi imperi dell'antichità, Roma: la novità è aver identificato e quantificato, grazie ai dati biologici, le direttrici migratorie da cui sono arrivate le popolazioni durante la crescita dell'Impero Romano» ha dichiarato all’Ansa Alfredo Coppa.

Roma, una New York ante litteram

Una fotografia del Colosseo in time-lapse campeggia sulla copertina dell’ultimo numero di Science. È una scelta perfetta, quasi obbligata: il monumento simbolo della città eterna, sempre fermo al suo posto mentre il tempo scorre, è l’immagine ideale con cui presentare lo studio che ricostruisce la storia dell’antica Roma attraverso la genetica. 

Un team di ricercatori delle università di Stanford, Vienna e della Sapienza di Roma ha rintracciato le origini delle popolazioni che si sono  intrecciate lungo le sponde del Tevere dai primi insediamenti fino alla caduta dell’Impero e all’inizio del Medio Evo, 12 mila anni di storia in tutto. I dati genetici confermano quello che raccontano i libri di storia: Roma è stata a lungo un crocevia di popoli provenienti da tutto il mondo, una dimora aperta attraversata da genti che andavano e venivano, la meta preferita (o obbligata) di migranti di origine asiatica, mediorientale, africana. Insomma, una New York ante litteram. 

I romani venuti dall’est

La copertina di Science

 

Le trame di questo variopinto tessuto umano sono emerse chiaramente nell’analisi genetica condotta sui resti ossei di 129 cittadini romani sepolti in 29 siti archeologi all’interno di Roma e nelle aree adiacenti. 

Dall’indagine è emerso che i primi abitanti erano cacciatori raccoglitori insediatisi nel centro Italia tra i 9000 e i 12000 anni fa. Ancora non c’era traccia del miscuglio etnico che avrebbe caratterizzato la demografia della Caput mundi negli anni a venire. Le prime influenze straniere arrivarono intorno a 8.000 anni fa con un’ondata migratoria proveniente dal Medio Oriente. Da allora in poi la popolazione di Roma, distinguendosi dal resto dell’Europa, sarà alimentata da genti provenienti da est. Nel Dna degli antichi romani è scritta la rapida evoluzione di Roma, da piccolo insediamento a città cosmopolita. 

«È stato sorprendente per noi osservare la rapidità con cui le origini della popolazione romana sono cambiate nel corso di pochi secoli, riflettendo le mutevoli alleanze politiche di Roma nel corso della storia.  Un altro aspetto sorprendente è stato constatare quanto fosse cosmopolita la popolazione di Roma, già a partire da oltre 2000 anni fa e proseguendo attraverso l'ascesa e la caduta dell'impero. Anche nell'antichità, Roma era un crogiolo di culture diverse», ha dichiarato Jonathan Pritchard, autore senior dello studio. 

Da villaggio di provincia a città cosmopolita (e ritorno)

Dal 27 a.C al 330 d.C Roma è stata la capitale di un impero abitato dai 50 ai 90 milioni di abitanti che si stendeva su un territorio vastissimo, dal Nord Africa alla Gran Bretagna al Medio Oriente. La città di Roma contava all’epoca più di un milione di abitanti, molti dei quali avevano origini orientali. Su 48 campioni di ossa di individui risalenti all’età imperale solamente due avevano caratteristiche genetiche compatibili con le popolazioni europee. Altri due cittadini mostravano una forte discendenza nord africana, mentre il resto dei campioni analizzati proveniva da Grecia, Siria, Libano e altri luoghi del Mediterraneo orientale e Medio Orientale. Non c’è da stupirsene. A quel tempo i collegamenti via mare tra Roma e l’oriente erano molto più attivi di quelli via terra. A un certo punto però qualcosa cambia e Roma smette per sempre di somigliare a New York. 

I dati genetici confermano quelli storici. Dalla divisione dell’impero romano in poi (IV secolo d.C) la mescolanza di popolazioni si interrompe: con l’invasione dei popoli germanici Roma perde la sua diversità genetica, sveste i panni di metropoli multietnica e non tornerà mai più la città di mondo che è stata.