Fumare danneggia il cuore più di quanto si pensasse

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Fumare danneggia il cuore più di quanto si pensasse

Il cuore dei fumatori è diverso da quello dei non fumatori. È più spesso, più rigido e si contrae con meno forza. Di conseguenza agli organi non arriva abbastanza ossigeno. E più si fuma, più la funzionalità cardiaca peggiora. Smettendo però i danni possono essere almeno in parte riparati

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Immagine: Paolo Neo, Public domain, via Wikimedia Commons
di redazione

Il cuore di un fumatore si riconosce facilmente: le pareti sono più spesse, il volume di sangue che entra nell’atrio sinistro è inferiore al normale, la  spinta del ventricolo sinistro per mandare il sangue in circolo è debole. E più si fuma, più la funzionalità cardiaca viene compromessa. Gli effetti negativi del fumo sulla salute cardiovascolare non sono una novità, ma uno studio danese presentato al congresso dell’European Society of Cardiology mostra che sono peggiori di quanto si pensasse. 

«È risaputo che il fumo provoca l'ostruzione delle arterie, portando a malattie coronariche e ictus. Il nostro studio mostra che il fumo porta anche ad avere un cuore più spesso e più debole. Significa che i fumatori hanno un volume di sangue minore nell’atrio sinistro e meno energia per pomparlo nel resto del corpo. Più si fuma, e più peggiora la funzione cardiaca. Il cuore può recuperare in una certa misura abbandonando il fumo, quindi non è mai troppo tardi per smettere», commenta Eva Holt dell Herlev and Gentofte Hospital di Copenhagen in Danimarca. 

L’associazione tra fumo e un maggior rischio di scompenso cardiaco è stata ampiamente dimostrata e dipende dalla maggiore rigidità e debolezza del muscolo cardiaco a causa del fumo. Significa che il cuore non è in grado di pompare adeguatamente il sangue e che agli organi non arriva la giusta quantità di ossigeno. 

La novità dello studio consiste nell’aver analizzato in maniera più approfondita rispetto a quanto fatto finora l’impatto del fumo sulla struttura e sulla funzionalità del cuore e nell’aver osservato da vicino cosa cambia quando si smette di fumare. 

Gli scienziati danesi hanno selezionato i dati di 3.800 adulti tra i 20 e i 99 anni all’interno di un ampio studio danese che indagava i fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione generale  (il 5° Copenhagen City Heart Study). Tutti i partecipanti, nessuno dei quali aveva problemi cardiaci all’inizio dello studio, hanno compilato un questionario indicando se fossero fumatori oppure no e, nel caso in cui lo fossero, quante sigarette fumassero all’anno. La funzionalità cardiaca è stata valutata grazie all’ecocardiografia, un esame a ultrasuoni che fornisce informazioni sulla struttura del cuore e sulla sue performance. I ricercatori hanno confrontato i risultati dell’ecocardiografia dei fumatori con quelle dei non fumatori dopo aver preso in considerazione gli altri fattori influenti come l’età, il sesso, l’indice di massa corporea, l’ipertensione, il colesterolo alto, il diabete e la funzionalità polmonare.  

All’interno del campione, quasi una persona su cinque era fumatore (18,6%), mentre il 40,9 per cento aveva smesso di fumare e il 40,5 per cento non aveva mai fumato. Rispetto ai non fumatori, i fumatori avevano un cuore più spesso, più debole e più pesante.  All’aumento del numero delle sigarette fumate corrispondeva una ridotta potenza nel pompare il sangue in maniera adeguata alle esigenze dell’organismo. 

«Abbiamo scoperto che il fumo, del presente e del passato, è associato al peggioramento della struttura e della funzione del ventricolo sinistro, la parte più importante del cuore. Inoltre, abbiamo scoperto che in un periodo di 10 anni, coloro che hanno continuato a fumare hanno sviluppato un cuore più spesso, più pesante e più debole e che erano meno in grado di pompare sangue rispetto ai non fumatori e a coloro che avevano smesso. Il nostro studio indica che il fumo non solo danneggia i vasi sanguigni, ma danneggia anche direttamente il cuore. La buona notizia è che parte del danno è reversibile smettendo di fumare», conclude Holt.