Covid-19: attenzione alle reinfezioni, aumentano il rischio di danni agli organi

Lo studio 

Covid-19: attenzione alle reinfezioni, aumentano il rischio di danni agli organi

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Immagine: Banc de Sang i Teixits, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
La super immunità è un’illusione. Il rischio di reinfezione esiste e l’eventualità di prendersi Covid una seconda, terza o quarta volta va scongiurato. Usando i vaccini, le mascherine e la prudenza. Perché più il virus torna, più aumenta il rischio di danni a vari organi

La prima volta era prevista: salvarsi da Covid sembrava impossibile. Ma la seconda, la terza e per qualcuno anche la quarta infezione arrivano per lo più inaspettate. Perché sembrava di poter contare sull’effetto protettivo dei vaccini e delle infezioni precedenti. 

In realtà il fenomeno delle reinfezioni è piuttosto frequente e secondo uno studio appena pubblicato su Nature Medicine anche rischioso. 

I ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno dimostrato, infatti, che le ripetute infezioni di Sars-Cov-2  possono generare problemi di salute con il coinvolgimento di molteplici organi. 

Quando il virus ritorna per l’ennesima volta, aumenta il rischio di ricovero ospedaliero, aumentano le probabilità di conseguenze sui polmoni, sul cuore, sul cervello. Le reinfezioni possono avere un effetto negativo sul sistema circolatorio, muscolo-scheletrico, gastrointestinale, possono favorire il diabete, le malattie renali e i problemi di salute mentale. Inoltre, lo studio ha indicato che il rischio aumenta ancora da più ad ogni nuova infezione. «Ciò significa che anche se chi ha avuto due infezioni da Covid-19, è meglio che eviti di avere la terza. E chi ne ha avute tre, è meglio che eviti la quarta», ha commentato Ziyad Al-Aly, MD, epidemiologo clinico presso la School of Medicine.

I ricercatori hanno analizzato circa 5,8 milioni di cartelle cliniche selezionate dal database del Department of Veterans Affairs degli Stati Uniti, il più grande sistema sanitario integrato della nazione.

Il campione è stato diviso in tre gruppi: un gruppo di 5,3 milioni di persone che non sono risultate positive all'infezione da Covid-19 dal 1° marzo 2020 al 6 aprile 2022, un secondo gruppo di oltre 443mila persone che erano risultate positive per un'infezione da Covid-19 e un altro gruppo di quasi 41mila persone che avevano due o più infezioni documentate. Di quest'ultimo gruppo, la maggior parte delle persone ha avuto due o tre infezioni, con un piccolo numero che ha avuto quattro infezioni. 

Grazie a un modello statistico, i ricercatori hanno calcolato i rischi per la salute di infezioni ripetute da Covid-19 in due momenti differenti, entro i primi 30 giorni dall’infezione fino a sei mesi dopo.

Dall’analisi, ha tenuto conto delle diverse varianti in circolazione nelle varie fasi della pandemia, è emerso che le persone che hanno avuto più infezioni avevano il doppio delle probabilità di morire e una probabilità tre volte più alta di essere ricoverate in ospedale rispetto a quelle senza reinfezione.

«Negli ultimi mesi c'è stata un'illusione di invincibilità tra le persone che hanno avuto il Covid-19,  le vaccinazioni e richiami, e soprattutto tra le persone che hanno avuto sia un'infezione che i vaccini; qualcuno ha ipotizzato per questi casi una sorta di superimmunità al virus. Senza ambiguità, la nostra ricerca ha dimostrato che contrarre un'infezione una seconda, terza o quarta volta contribuisce a ulteriori rischi per la salute nella fase acuta, ovvero i primi 30 giorni dopo l'infezione, e nei mesi successivi, ovvero nella fase di long Covid», spiega Al-Aly.

Inoltre, le persone con infezioni ripetute avevano una probabilità di tre volte e mezzo maggiore di sviluppare problemi polmonari e un rischio tre volte superiore di soffrire di malattie cardiache. Inoltre, i pazienti che hanno avuto più infezioni di Covid mostravano una probabilità di 1,6 volte più alta di sviluppare disturbi cerebrali rispetto ai pazienti che erano stati infettati dal virus una volta.

«I nostri risultati hanno ampie implicazioni sulla salute pubblica in quanto ci dicono che dovrebbero essere implementate strategie per prevenire o ridurre il rischio di reinfezione.  Entrando nella stagione invernale, le persone dovrebbero essere consapevoli dei rischi e praticare la vigilanza per ridurre il rischio di infezione o reinfezione da Sars-CoV-2», afferma Al-Aly.