Covid-19 lascia un segno sul cuore: rischio cardiovascolare triplicato nei 5 mesi successivi all’infezione

Lo studio

Covid-19 lascia un segno sul cuore: rischio cardiovascolare triplicato nei 5 mesi successivi all’infezione

di Roberto Amato

Covid-19 aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. A confermarlo è una nuova analisi indipendente condotta dall’Economist e sponsorizzata da Daiichi Sankyo Europa.

Il rapporto “Links between Covid-19 and Cardiovascular Disease” pubblicato da Economist Impact ha valutato l'impatto che la pandemia ha avuto sui pazienti affetti da malattie cardiovascolari, sulla qualità e quantità di cure cardiovascolari offerte, nonché le implicazioni future del long-Covid per i sistemi sanitari europei (in particolare Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito). 

Secondo studio britannico su quasi 50mila persone ricoverate a causa di un'infezione da coronavirus ha rilevato che il 4,8 per cento ha subito un evento cardiovascolare avverso importante durante i cinque mesi successivi alla dimissione, tre volte il tasso osservato nel gruppo di controllo. Tra coloro che sviluppano Covid-19, gli individui affetti da malattie cardiovascolari hanno fino a 3,9 volte più probabilità di sperimentare sintomi gravi e fino a 2,7 volte più probabilità di morire rispetto ai pazienti con Covid non affetti da pregresse condizioni cardiovascolari. 

Non sono da sottovalutare gli effetti indiretti di Covid sulle malattie cardiovascolari. Uno studio della Società Italiana di Cardiologia su 54 strutture sanitarie ha riportato che i ricoveri in pronto soccorso per infarto miocardico acuto sono diminuiti del 48 per cento nel periodo 14-21 marzo 2020 rispetto alla stessa settimana del 2019. Anche per il tipo di infarto più pericoloso - l'infarto miocardico con elevazione del segmento ST (STEMI) - i ricoveri sono diminuiti del 27 per cento. Le ammissioni per l'infarto miocardico meno pericoloso, ma comunque molto grave (NSTEMI), sono diminuite del 65 per cento. I dati di Stati Uniti, Cina e Regno Unito mostrano una tendenza simile. Non solo questi ritardi nella ricerca del trattamento hanno portato a una maggiore mortalità, ma per coloro che sono sopravvissuti hanno esacerbato il rischio di malattie cardiovascolari croniche. 

Anche le manifestazioni comuni del long Covid, come la dispnea e l'affaticamento, sono associate a un maggior rischio di eventi cardiovascolari, tra cui l'insufficienza cardiaca e l’infarto, con un impatto considerevole sulla spesa sanitaria. 

L'Economist Intelligence Unit prevede che la spesa sanitaria individuale crescerà globalmente del 4,1 per cento nel 2022 ma, successivamente, il tasso di questa crescita diminuirà. Rispetto al PIL, prevede che la spesa sanitaria rimanga la stessa, al 10,5 per cento. Ma, mentre la crisi della fase acuta della pandemia ha richiesto attenzione e risorse immediate, il rapporto dell'Economist Impact dimostra la pressante urgenza per i sistemi sanitari di rifocalizzare gli sforzi per affrontare i bisogni insoddisfatti dei pazienti affetti da patologie cardiovascolari, principale causa di morte in Europa. 

«Ora più che mai dobbiamo affrontare l'enorme impatto delle malattie cardiovascolari in Europa, per giunta esacerbato dalla pandemia di Covid-19.  Come industria impegnata nell’ambito della salute pubblica, abbiamo un ruolo importante nel rispondere alle esigenze della comunità medica e nell’aiutare a proteggere le persone dalle malattie cardiovascolari. Daiichi Sankyo continua il suo impegno a fianco dei sanitari e dei partner industriali, con l’obiettivo di contribuire ad una migliore assistenza - sempre ponendo la prevenzione al centro dei nostri sforzi», ha commentato Oliver Appelhans, Head Commercial Operations, Head Affiliate & Partner Management Specialty Medicines di Daiichi Sankyo Europa.