Melanoma: la prevenzione è un “gioco di squadra”

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Melanoma: la prevenzione è un “gioco di squadra”

di redazione

In quasi la metà dei casi la diagnosi di melanoma, il tumore alla pelle più aggressivo, arriva grazie a un familiare. Per prevenirlo, insomma, bisogna “fare squadra”: grazie all’occhio di un familiare o di un amico, individuare un neo sospetto che può rivelarsi un melanoma, diventa più facile.

È questo, in sintesi, il messaggio lanciato nella sesta edizione di “We in Action”, evento dedicato alla prevenzione e alle nuove frontiere nella lotta contro i tumori cutanei (a Napoli il 9 e 10 settembre), condue testimonial: Fabio Caressa e Giuseppe Bergomi.

«Anni di esperienza – osserva Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Pascale di Napoli - mi hanno insegnato che il “gioco di squadra” funziona. Due diagnosi di melanoma su cinque avvengono perché è stato un familiare o un amico ad accorgersi della presenza di una lesione sospetta che poi si è rivelata un melanoma. E molte volte è sempre una persona cara a ricordarci di mettere la crema protettiva prima di esporci al sole o a spalmarla sulle parti del corpo difficilmente raggiungibili da soli».

Il gioco di squadra è anche quello che ha permesso di trasformare i tumori, il melanoma in particolare, da killer a malattie curabili e da cui si può guarire: «Gli enormi progressi fatti in questi anni nella diagnosi e nel trattamento del melanoma – ricorda Ascierto - si devono proprio alla stretta collaborazione tra scienziati e medici con specializzazioni diverse. A fronte di un aumento dei casi di melanoma, diventato oggi il terzo tumore più frequente prima dei 50 anni d'età, grazie ai nuovi trattamenti, in particolare quelli immunoteralici, l’aspettativa di vita per i pazienti con melanoma in stadio iniziale raggiunge il 95% a dieci anni dalla diagnosi».

Si stima che questa forma di tumore della pelle colpisca in Italia un uomo su 55 e una donna su 73. L’anno scorso sono state stimate circa 12.700 nuove diagnosi, di cui 7 mila tra gli uomini e 5.700 tra le donne. La sopravvivenza a cinque anni è arrivata all’88% tra i maschi e al 91% tra le femmine, ma prevenzione e diagnosi precoce restano fondamentali.

«Grazie ai passi da gigante che abbiamo fatto nel trattamento del melanoma - conclude l'oncologo - oggi abbiamo davanti a noi un'opportunità preziosa che non possiamo lasciarci sfuggire: lavorare insieme, scienziati, medici e pazienti, per mettere KO questo tumore»..