Siete creativi? Provatelo con il test delle parole dissociate: vince chi abbina “violino” con “pomodoro” e non “cuore” con “amore”

Il test

Siete creativi? Provatelo con il test delle parole dissociate: vince chi abbina “violino” con “pomodoro” e non “cuore” con “amore”

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Immagine: LaurMG, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Si hanno a disposizione 4 minuti. L’obiettivo è elencare 10 parole più distanti possibile tra loro: cane e gatto non vanno bene, ma scala mobile e mozzarella sì. Un algoritmo misura la distanza semantica e attribuisce il punteggio più alto agli abbinamenti quando non si trova un nesso

Dammi tre parole, ma che non siano “sole”, “cuore” e “amore”. Potrebbero andare bene “violino”, “pomodoro”, “ippopotamo” ma anche “conchiglia”, “pipa”, “montagne russe”. L’importante è che sia davvero difficile trovare un nesso tra loro. L’esercizio si complica aggiungendo altri termini, fino ad arrivare a una lista di cinque, sei, dieci vocaboli che non hanno nulla in comune, compatibili l’uno con l’altro come i cavoli e la merenda. Il tutto in 4 minuti. È il test Divergent Association Task, descritto sull’ultimo numero di Proceedings of the National Academy of Sciences, con cui si può mettere alla prova la propria creatività. Un gruppo di ricercatori americani lo ha sperimentato su quasi 9mila persone a cui è stato chiesto di elencare 10 parole il più possibile differenti tra loro. 

Bisogna in sostanza fare l’esatto contrario della classica associazione di idee: l’obiettivo è trovare termini con la maggiore distanza semantica immaginabile. Un algoritmo attribuisce un punteggio finale in base alla dissociazione delle parole. L’abbinamento “cane” e “gatto”, ovviamente, non viene premiato, mentre “scala mobile” e “pancetta” ottiene un buon voto. Allo stesso modo chi propone “ago” e “filo” finirà in fondo alla classifica, mentre chi associa “ago” e “circo” dimostra un buon livello di creatività.

«Molti sistemi tradizionali di misurazione della creatività richiedono procedure di valutazione soggettive e dispendiose in termini di tempo. I loro punteggi sono relativi al campione specifico, il che rende difficili le valutazioni multiculturali o internazionali. I nostri risultati mostrano che un compito più breve e più semplice con un punteggio automatico e obiettivo può essere almeno altrettanto affidabile nel misurare la creatività verbale. Questa scoperta consente valutazioni su campioni più ampi e diversificati con meno distorsioni», scrivono i ricercatori. 

Il test DAT è stato ideato da Jay Olson quando era un giovane ricercatore presso il dipartimento di psichiatria della McGill University. L’ispirazione l’ha avuta da un gioco per bambini basato proprio sull’associazione di parole non correlate. Olson si è chiesto se per caso un esercizio simile non potesse servire per misurare il cosiddetto pensiero divergente, la capacità della mente di produrre soluzioni alternative a un problema dato.

«La creatività è fondamentale per la vita umana. Più ne comprendiamo la complessità, meglio possiamo promuoverla  in tutte le sue forme», ha dichiarato Olson. 

Il test della dissociazione delle parole può essere adottato in ogni contesto culturale e linguistico. Uno studio parallelo su 8.500 persone di 98 nazionalità ha infatti dimostrato che il parametro della distanza semantica è valido come indice di creatività in ogni parte del mondo. 

I ricercatori hanno inoltre constatato che le persone con un punteggio alto al test delle parole divergenti ottengono punteggi alti anche nei sistemi di valutazione della creatività tradizionali. 

«Elencare parole non correlate in quello che chiamiamo Divergent Association Task  può quindi servire come sistema di misura rapido, affidabile e oggettivo del pensiero divergente», concludono i ricercatori.