Immunoterapia: forse sappiamo come rimuovere gli ostacoli alla sua efficacia
Su Nature viene descritto un processo che potrebbe spiegare come mai l’immunoterapia a volte fallisce. Studi su modelli animali suggeriscono che l’attivazione di una specifica proteina inneschi una catena di eventi che ostacola la risposta immunitaria. Forse sappiamo come rimuovere gli ostacoli
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Quell’insieme di molecole, cellule, vasi sanguigni, tessuti che circondano il tumore noto come “microambiente tumorale” può compromettere l’efficacia dell’immunoterapia. Succede soprattutto per il tumore del pancreas e del seno. È per questo che i farmaci che agiscono sul sistema immunitario che hanno permesso grandi progressi nella lotta al cancro in alcuni pazienti falliscono.
Ora i ricercatori del Lineberger Comprehensive Cancer Center della North Carolina University hanno proposto su Nature una strategia per superare gli ostacoli che bloccano l’efficacia delle terapie immunitarie.
La soluzione potrebbe arrivare da una proteina chiamata STING (STimulator of INterferon Genes), che si è mostrata capace di stimolare in diversi punti le risposte immunitarie e di abbattere le barriere che impediscono al sistema immunitario di agire contro il tumore.
I ricercatori hanno dapprima condotto uno studio pre-clinico su modelli animali di cancro al pancreas, uno dei tumori dalla prognosi peggiore con un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 10 per cento e per il quale mancano opzioni terapeutiche efficaci. In seguito hanno allargato la ricerca ad altri tipi di tumore, come il melanoma, il tumore al seno triplo negativo e il tumore al polmone. Il processo osservato per il tumore al pancreas è lo stesso osservato negli altri tipi di tumore.
I ricercatori hanno scoperto che attivando la proteina STING si otteneva un effetto a catena sfavorevole per l’immunoterapia. Per prima cosa si osservava un aumento del numero delle cellule B regolatorie, un tipo di globuli bianchi che sopprimono, piuttosto che aumentare, l'immunità antitumorale e che quindi sono di ostacolo all’immunoterapia.
Inoltre si è scoperto che queste cellule secernono l'interleuchina-35 (IL-35), una molecola immunosoppressiva che altera l'immunità antitumorale. La produzione di IL-35 da parte dei linfociti B regolatori attivata da STING è stata riscontrata anche nei pazienti affetti da cancro del pancreas, suggerendo la potenziale rilevanza di questi risultati ottenuti sui topi anche per l'uomo.
La nuova strategia per potenziare l’efficacia dell’immunoterapia testata sui modelli murini prevede di abbinare farmaci che attivano la proteina STING ad anticorpi che bloccano IL-35. In questo modo i ricercatori hanno ottenuto una significativa riduzione della crescita del tumore.
«La produzione di IL-35 può portare a un'immunosoppressione multipolare che è un segno distintivo dei tumori resistenti al trattamento, come il cancro del pancreas. Il nostro studio ha rivelato che l'attivazione della proteina STING può essere uno di questi fattori scatenanti» ha affermato Yuliya Pylayeva-Gupta, co-autore dello studio.
Lo studio ha inoltre dimostrato che la via principale attraverso la quale IL-35 impedisce la risposta antitumorale è sopprimere la crescita delle cellule natural killer, che sono cellule immunitarie che possono uccidere le cellule tumorali.
Ricapitolando: un attivatore della proteina STING induce le cellule regolatrici B a secernere IL-35, che riduce il numero di cellule natural killer, sopprimendo così una risposta antitumorale. Interrompendo questo processo l’immunoterapia potrebbe tornare a funzionare.