Cancro: curarsi è ancora un lusso per chi vive nei Paesi poveri
Il problema non riguarda solo le terapie innovative. Chi vive nei Paesi poveri ha difficoltà di accesso anche alla tradizionale chemioterapia e ai farmaci essenziali dell’Oms. Un po’ perché mancano le scorte, un po’ perché i pazienti devono pagarli di tasca propria e non possono permetterselo
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Dirlo in poche parole è facile e rende bene: nei Paesi ricchi chi si ammala di cancro ha a disposizione le terapia più innovative ed efficaci, nei Paesi poveri un paziente oncologico rischia di non poter contare neanche sulla tradizionale chemioterapia. Poi si può entrare nei dettagli e descrivere meglio le diseguaglianze nell’accesso alle cure, indicare quali sono i farmaci che qualcuno può permettersi e altri no, calcolare i costi delle terapie, fare i conti nelle tasche dei pazienti per scoprire il prezzo da pagare per la salute, fornire, insomma, tutti i dati che descrivono il divario, puntuali e aggiornati. Ma il messaggio di fondo del rapporto dell’ESMO International Consortium Study sull’accessibilità delle medicine contro il cancro in 106 Paesi del mondo, presentato al congresso dell’European Society for Medical Oncology (Parigi, 9-13 settembre) arriva forte e chiaro anche senza i numeri. Dopo cinque anni dalla precedente indagine, le diseguaglianze nell’accesso alle terapie oncologiche restano irrisolte. Il traguardo della Universal Health Coverage fissato dalle Nazioni Unite per il 2030 non sembra per il momento raggiungibile.
Il rapporto è illustrato da Dario Trapani, oncologo medico al Dana-Farber Cancer Institute di Boston, sul portale ESMO.
Il panel di esperti dell’ ESMO International Consortium Study ha analizzato il tipo di cure disponibili nel mondo nel 2021-2022 prendendo in considerazione una vasta gamma di opzioni terapeutiche, tra cui quelle considerate “essenziali” dall’Organizzazione mondiale della Sanità e inserite nella Model List of Essential Medicines List (EML). I dati provengono dai rapporti di oncologi e farmacisti sull’impiego di terapie innovative, target therapy, farmaci immuno-oncologici con un elevato beneficio clinico misurato sulla base dell’ESMO-Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS), la scala di valutazione delle nuove medicine contro il cancro.
La sintesi del rapporto presentata al Congresso ESMO dimostra che nei Paesi a basso e medio reddito l’accesso alle medicine essenziali, compresi gli agenti della tradizionale chemioterapia alla base di ogni protocollo oncologico, è molto limitato. Le scorte spesso sono insufficienti e i pochi farmaci disponibili sono troppo costosi per i pazienti che debbono per lo più procurarseli pagando di tasca propria. Gli autori dello studio hanno monitorato l’accessibilità ai farmaci oncologici anche durante la pandemia, osservando che nei Paesi ricchi la disponibilità di trattamenti contro il cancro non è stata sostanzialmente compromessa, mentre in molti Paesi a basso e medio reddito la distribuzione dei farmaci antitumorali è stata interrotta. In particolare son mancati all’appello i medicinali inseriti nella lista dei farmaci essenziali dell'Oms.
Lo studio attuale consiste in un aggiornamento di una indagine condotta nel 2016-2017 e il confronto tra i risultati delle due ricerche dimostra che in cinque anni le diseguaglianze sono rimaste invariate.
«La fornitura di cure oncologiche a prezzi accessibili nei Paesi con risorse limitate rimane una grande sfida sanitaria globale che necessita di una risposta migliore di quella che abbiamo visto fino ad oggi», commenta Nathan Cherny, a capo dell’ESMO-MCBS Working Group.