“Access, Cure, Care”, proposte per tutela della salute della popolazione migrante

Il documento

“Access, Cure, Care”, proposte per tutela della salute della popolazione migrante

di redazione

La salute pubblica e l’integrazione viaggiano parallele nel documento “Access, Cure, Care”, il testo per la tutela della salute della popolazione migrante redatto da specialisti di diverse discipline, pubblicato tra i Quaderni della salute de IlSole24ore, realizzato con il contributo non condizionante di Gilead Sciences. Punto di partenza è la tutela del diritto alla salute e dell’accesso equo alle cure per tutti gli individui, come previsto dall’articolo 32 della Costituzione. Le migrazioni rappresentano un elemento strutturale e dinamico della società italiana; la presa in carico delle principali malattie infettive e degli ostacoli sociali che influiscono maggiormente sui migranti rappresentano non solo un fondamentale intervento di salute pubblica, ma anche un’occasione preziosa di crescita e integrazione.

In sintesi il Documento “Access, Cure, Care” propone alcune concrete azioni da avviare nel breve periodo: effettuare su tutti i migranti uno screening infettivologico al momento dell’arrivo agli hotspot; eseguire una diagnosi e un trattamento per le malattie infettive trasmissibili; istituire un fascicolo sanitario elettronico; prendere in carico il paziente con un’equipe multidisciplinare che preveda almeno un internista/infettivologo e un infermiere; distribuire con capillarità sul territorio uno sportello che favorisca l’accesso alle cure; attribuire ai Centri di accoglienza la presa in carico sanitaria; attribuire una quota/capite di pazienti migranti al medico di medicina generale; assegnare agli stranieri irregolari un codice regionale individuale di accesso a sigla STP; garantire accesso a diagnosi e terapie per HIV ed epatiti; istruire i migranti sui rischi infettivi, sulle opportunità di diagnosi e trattamento, sulla documentazione sanitaria necessaria; formare il personale sanitario su normative e percorsi di accesso alle cure dei migranti; creare un network tra istituzioni nazionali, regionali e locali per la condivisione delle informazioni sanitarie relative ai migranti.

«L’assistenza alla popolazione migrante rappresenta un problema di estrema rilevanza a livello nazionale, con diverse sfaccettature tra le realtà locali. Il Policlinico di Tor Vergata, collocato nel quadrante est di Roma in una zona periferica, accoglie complessivamente circa 800mila persone, tra cui numerosi immigrati provenienti da ogni parte del mondo. Nel corso degli anni abbiamo costruito un’importante esperienza con questi pazienti, rilevando difficoltà non solo a livello sociale, ma anche culture diverse con altrettanti approcci alle problematiche sanitarie. Ogni volta, dunque, vanno comprese le ragioni del paziente migrante al fine di giungere a un punto di incontro e definire come comportasi sulla prevenzione, sugli accertamenti e sui trattamenti da eseguire. Vi sono due aspetti virtuosi del nostro modello di cui proponiamo la condivisione attraverso il Documento: anzitutto, lo stretto e diretto contatto con il territorio, attraverso rapporti costanti con strutture come i SerD; in secondo luogo, la costruzione di spazi ambulatoriali dedicati a questi pazienti, affinché alle numerose difficoltà che affrontano non debbano aggiungersi anche ostacoli burocratici», sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.