Dal cibo ai social passando per il gaming. Le nuove dipendenze della generazione Z

Lo studio

Dal cibo ai social passando per il gaming. Le nuove dipendenze della generazione Z

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Immagine: Summer Skyes 11, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Quasi due milioni in Italia hanno una dipendenza comportamentale. Preoccupano le difficoltà comunicative tra i ragazzi e i loro genitori

Sono nati dopo il 1997 e prima del 2012. Sono i nativi digitali, la prima generazione a essere cresciuta potendo godere dell’accesso a Internet sin dall’infanzia. La sociologia li ha etichettati come ‘Generazione Z’ e la ricerca comincia a mostrare che hanno bisogni e sofferenze peculiari. 

Le dipendenze, per esempio: una parte consistente di loro - quasi due milioni in Italia - non può fare a meno di cibo, videogiochi online, social network e rifiuta i rapporti sociali alimentando il fenomeno degli  Hikikomori, termine che in giapponese significa "stare in disparte” e indica ormai universalmente i ragazzi che progressivamente abbandonano i rapporti sociali per richiudersi nella propria casa o nella propria stanza. 

Il dato è contenuto in una ricerca congiunta del dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità presentata questa mattina. 

«Abbiamo una parte di under-18 che ha delle problematiche; dobbiamo intercettarle, conoscerle, condividerle con le autorità, il servizio sanitario e il contesto sociale», ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, durante la presentazione dello studio all’Iss. «I primi anni sono importantissimi perché condizionano la qualità della vita a venire».

La ricerca, realizzata con EXPLORA Addiction Research Division, ha coinvolto più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni e 1.044 genitori. Dallo studio è emerso che la dipendenza da cibo è la diffusa: coinvolge 1.152.000 studenti tra gli 11 e i 17 anni, la gran parte femmine, specie delle scuole superiori. Quasi 1 su 10 presenta un rischio grave. 

Molto diffusi anche i problemi legati ai videogiochi: riguardano il 12% degli studenti, vale a dire circa 500mila ragazzi. In questo caso, il fenomeno è soprattutto maschile: tra i ragazzi delle secondarie di primo grado ne soffre quasi 1 su 5 (il 18%). 

Ammonta a circa 100mila (il 2,5%) il numero di quelli con un comportamento compatibile con la dipendenza da social media; si tratta soprattutto di ragazze tra i 14 e i 17 anni. 

I ragazzi Hikikomori sono invece circa 65 mila e circa la metà ha meno di 14 anni.

Lo studio mostra come le dipendenze siano molto spesso accompagnati da altri problemi: depressione, ansia sociale, impulsività. Inoltre i ragazzi con dipendenze comportamentali hanno una peggiore qualità del sonno e un più basso rendimento scolastico e un maggior rischio di di consumare alcol, fumare, usare cannabis e altre sostanze oltre che ansiolitici.

Dal rapporto emergono anche i nuovi rischi collegati all’uso dei nuovi media. I ragazzi con dipendenze, infatti, hanno un maggior rischio di essere coinvolti in social challenge, cioè sfide online che spesso vengono filmante per essere pubblicate sui social network e che in alcuni casi possono essere molto pericolose. Più alto anche il rischio di doxing, cioè la diffusione online di informazioni personali riguardanti una persona, di solito con intenzioni spiacevoli, così come quello di morphing, vale a dire l’alterazione della propria immagine attraverso l’uso di app per migliorare il proprio aspetto o nascondere imperfezioni. Infine, per i ragazzi con dipendenze, è molto più alto il rischio di essere coinvolti in episodio di sexting, cioè l’invio o la ricezione di messaggi, video e foto personali a sfondo erotico. 

Per avere una misura della dimensione del fenomeno, basti pensare che dichiara di aver fatto sexting attivo (cioè inviato messaggi) il 43,3% dei ragazzi con uso problematico di social tra 14 e 17 anni e sexting ‘passivo’  il 68,2%. Tra i coetanei senza dipendenza le percentuali sono rispettivamente il 20,9% e il 42,1%.

La ricerca ha evidenziato inoltre una profonda difficoltà comunicativa tra i ragazzi e i loro genitori.  Segnalano una scarsa comunicazione il 75,9% degli 11-13enni con dipendenza da social media, il 58,6% dei ragazzi con dipendenza da videogiochi, il 68,5% di quelli che soffrono di una dipendenza grave da cibo e il 77,7% dei ragazzi delle scuole superiori con una tendenza rischiosa al ritiro sociale.