Salute: malattie autoimmuni e gravidanza, le raccomandazioni delle esperte
Troppe donne rinunciano a una gravidanza perché affette da malattie autoimmuni. Ma non è necessario, non dovrebbe essere così. È il messaggio lanciato dalle rappresentanti delle tre aziende ospedaliere universitarie toscane (Pisana, Senese e Careggi), insieme alle pazienti rappresentate dall'Associazione nazionale malati reumatici (Anmar), riunite a Firenze in occasione dell'evento sulla salute di genere EX-Health, progetto di Helaglobe, sviluppato grazie al supporto non condizionante di Ucb.
Secondo una ricerca recente il 59 per cento delle donne con spondilite anchilosante, artrite psoriasica, lupus eritematoso sistemico, ha avuto meno figli di quanti ne avrebbe voluti.
Per sostenere le donne e le coppie in questo percorso gli esperti riuniti a Firenze hanno elaborato tre raccomandazioni condivise da sottoporre all'intero Servizio sanitario regionale e non solo: migliorare le conoscenze delle donne con malattie immunomediate infiammatorie croniche in età fertile; migliorare il coordinamento tra gli specialisti delle diverse aree e tra specialisti e medici di medicina generale, e diffondere e implementare le raccomandazioni delle linee guida nazionali e internazionali; garantire il counseling e il supporto psicologico in tutte le fasi, dal momento in cui la donna esprime il desiderio di gravidanza fino al puerperio.
«Va migliorata la conoscenza perché molte donne interrompono le terapie anche quando non è necessario. Altre non comunicano ai loro specialisti di riferimento la volontà di concepire e di conseguenza non hanno la possibilità di valutare la loro terapia, modificandola con una compatibile con la gravidanza. A volte è necessario puntare sulla contraccezione in attesa di un quadro clinico che consenta di pianificare la gravidanza. E non dimentichiamo che anche gli uomini vanno coinvolti in questo percorso. Va inoltre garantito il coordinamento tra gli specialisti e tra specialisti e medici di medicina generale», dicono le esperte riunite a Firenze.
Nell’incontro sono stati proposti anche tre suggerimenti per migliorare la comunicazione: un migliore utilizzo del fascicolo sanitario, dotare le strutture di personale infermieristico esperto che possa supportare le pazienti; implementare il ruolo della farmacia dei servizi.