Percorso nascita: 9 donne su 10 soddisfatte dell’assistenza, manca ancora però un protocollo per la salute mentale

L’indagine

Percorso nascita: 9 donne su 10 soddisfatte dell’assistenza, manca ancora però un protocollo per la salute mentale

di redazione

Hanno avuto fiducia nei professionisti sanitari e si sono sentite trattate con rispetto e dignità. Per questo il 90 per cento delle donne promuove il “percorso nascite”, l’assistenza offerta dal servizio sanitario durante la gravidanza, il travaglio/parto, dopo la nascita e il ritorno a casa. 

Viene però giudicata poco soddisfacente la risposta ai bisogni psicologici delle donne e l’attenzione alla salute mentale. È quanto emerge dai risultati di un questionario diffuso a 3.642 donne che hanno partorito in 16 punti nascita coinvolti nel progetto coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’Istituto Superiore di Sanità.  Il progetto, intitolato “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati”, promosso e finanziato dal Ministero della Salute,

si concluderà a maggio 2023.  L’indagine si è concentrata in tre ambiti: la qualità percepita durante il percorso nascita da parte delle donne che partoriscono, la promozione della salute mentale materna dalla gravidanza al periodo postnatale e il supporto alla genitorialità offerto dai servizi e dai professionisti sociosanitari. 

In 15 Aziende sanitarie il consultorio familiare è emerso come il luogo di riferimento per la promozione e la tutela della salute mentale in gravidanza e dopo il parto: il 90 per cento dei consultori garantisce la valutazione dello stato emotivo e del rischio di depressione perinatale, cui si affianca un’ampia offerta di interventi di supporto. Tuttavia, un protocollo scritto per l’assistenza integrata alle donne con disturbo mentale perinatale è disponibile solo nel 55 per cento dei consultori familiari, ma non in quelli del Sud. Inoltre, l’indagine in 119 Dipartimenti di salute mentale (Dsm) nazionali evidenzia che l’80 per cento non dispone di un Protocollo Diagnostico Terapeutico Assistenziale dedicato.